Nomine Expo 2015, ecco la sentenza d'appello su Roberto Maroni
Expo 2015, confermata in secondo grado la condanna a un anno per l'ex ministro leghista
La Corte d’appello di Milano ha confermato la condana a un anno per l’ex presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel processo sulle nomine legate a Expo 2015. Lo riferisce l’Ansa. Al centro del procedimento le presunte pressioni fatte dall’ex ministro per favorire, quando guidava il Pirellone, l’assunzione di due sue ex collaboratrici che lavoravano con lui quando era ministro dell’Interno.
L’ex governatore leghista della Lombardia, che figura tra i 4 imputati al processo milanese, in primo grado era stato condannato a 1 anno, con pena sospesa, solo per uno dei due capi di imputazione contestati, turbata libertà degli incanti, mentre era stato assolto dall’accusa di induzione indebita.
Maroni è stato riconosciuto colpevole del reato di turbata libertà degli incanti in relazione all’incarico affidato in un’ente della Regione, Eupolis, a Mara Carluccio.
È stato invece assolto per l’accusa di induzione indebita relativa al tentativo di far inserire, secondo l’accusa, Maria Grazia Paturzo nella delegazione per un viaggio a Tokyo nel 2014, a spese di Expo.
Il procuratore generale Vincenzo Calia aveva chiesto per Maroni la condanna per entrambi i reati a due anni e sei mesi.
Confermate in secondo grado anche le condanne ad un anno per Giacomo Ciriello, ex capo della segreteria del governatore, a 10 mesi e 20 giorni per Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone e presidente di Fnm spa e a 6 mesi per Mara Carluccio.
L’avvocato Domenico Aiello, difensore di Roberto Maroni, ha commentato così all’Ansa la sentenza: “Con una sentenza di condanna di sicuro non è felice. Questo perché è un processo dove chiunque si aspetta di essere assolto. Una riqualificazione necessita una lettura delle motivazioni. Certamente impugneremo perché non siamo d’accordo”.