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No vax, dottoressa chiede di non curarli: "Non voglio perdere tempo con loro". Polemiche e minacce

Una dottoressa bergamasca ha chiesto all'Ats di non curare i pazienti no vax: è stata travolta da polemiche e minacce dopo un messaggio su WhatsApp

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Una dottoressa bergamasca, originaria di Parre e con ambulatori a Ponte Nossa e Premolo, ha chiesto all’Ats di poter evitare di curare i pazienti non vaccinati. La richiesta è stata respinta, quindi, dei 1.500 pazienti mutuati non potrà scegliere chi curare e chi no. Ovviamente ne è nata una polemica, visto che la dottoressa è stata criticata dai no vax, ma non solo.

La dottoressa non vuole più curare i no vax: l’Ats respinge la richiesta

La storia è stata raccontata dal ‘Corriere della Sera’. M.M, una dottoressa di 48 anni originaria di Parre e con ambulatori a Ponte Nossa e Premolo, tutte località del Bergamasco, ha portato avanti una battaglia contro i no vax per mesi.

“Mi è stato risposto che non è possibile farlo – ha detto la dottoressa -, che allora dovrei revocare anche obesi e fumatori. Dunque, continuerò a curare tutti come ho sempre fatto”.

Quella della dottoressa Maffeis è una battaglia che dura da mesi: “Posso dire di avere passato ore in ambulatorio a convincere gli indecisi”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Gli ultimi giorni, con un boom di contagi: “Sono stata sommersa dalle telefonate di persone risultate positive, sembrava di essere tornati a marzo 2020. Sono tutti casi che finora gestiva l’Ats, mentre adesso, con questo caos, gli uffici non ce la fanno e il lavoro si riversa sui medici di famiglia. L’Ats ci dice di prenotare il tampone molecolare attraverso l’apposito database, ma è improponibile visto che il primo appuntamento disponibile è il 14 gennaio. Allora prescrivi loro la ricetta rossa e li mandi a fare la coda. Assurdo”.

no vax

I suoi pazienti, ha riportato il Corriere, sono tutti asintomatici o con sintomi lievi: “Devi comunque pensare a come gestire la malattia, tra tamponi di controllo e contatti da ricostruire. Se avessi solo quello da fare, va bene, ma ci sono anche gli altri malati”.

Il messaggio su WhatsApp e le minacce

M.M., sommersa dai pazienti, ha così fatto una “sparata”, così l’ha definita lei stessa, lunedì 27 dicembre. Su WhatsApp ha cambiato stato e ha pubblicato il messaggio che, adesso, l’ha fatta finire su diversi quotidiani: “Chiederò ad Ats la possibilità di revocare tutti i pazienti non vaccinati”.

Subito dopo sono arrivate le minacce: “Una persona anonima mi ha scritto che mi avrebbe denunciato ai carabinieri e che si sarebbe rivolta a un avvocato. Un tale L. mi ha telefonato insultandomi, dicendo che avrebbe promosso una raccolta firme per farmi rimuovere, che sarebbe passato in studio e che avrebbe chiamato Striscia la Notizia. Ben venga, se così posso fare passare il messaggio che bisogna vaccinarsi. Io non temo nessuno”, ha detto al Corriere.

“In ogni caso, se non sono d’accordo con il mio pensiero, sono liberi di cambiare medico. Non so dire quanti tra chi visito non sono vaccinati, ma credo che abbiano giocato un ruolo in questa nuova ondata. I primi positivi che ho visitato, guarda caso, erano 4 persone non vaccinate”, ha aggiunto.

“Con una parte ci ragioni, con altri è inutile, è capitato che mi chiedessero se è vero che il vaccino rende sterili. Io non ho più voglia di perdere tempo con queste persone”, ha concluso.

Sono arrivati anche messaggi di solidarietà: “Da tanti pazienti, fa piacere. Io ho fatto tre dosi di vaccino, sono stata sempre malissimo, ma sono pronta anche per la quarta. A marzo 2020 mi sono ammalata subito. Se penso a certi racconti, a chi vagava in cerca di ossigeno e magari lo trovava perché altri erano morti, ancora mi viene la pelle d’oca”.

Polemiche social: “E Ippocrate?”

Il dibattito si è spostato sui social, soprattutto Facebook e Twitter. In tendenza l’hashtag ‘Ippocrate‘, tirato in ballo da diversi utenti. Ecco alcuni commenti (pro e contro):

  • “Chi tradisce il giuramento di Ippocrate è inaffidabile”;
  • “Da Ippocrate a ipocrita il passo è breve!”;
  • “E mo’ chi lo spiega a Ippocrate?”;
  • “Non so se Ippocrate sarebbe d’accordo, ma ha tutta la mia comprensione”;
  • “Fa bene, in certi casi è lecito dimenticarsi di Ippocrate“.

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