No Green pass, sospeso il giudice salito sul palco di Roma
Angelo Giorgianni, consigliere della Corte d'appello di Messina che aveva annunciato di lasciare la toga perché contro il Green pass, è stato sospeso
“Ho rassegnato le mie dimissioni dalla magistratura, tre anni prima del previsto, perché voglio essere libero di poter esprimere le mie opinioni”. Queste le parole pronunciate da Angelo Giorgianni, presidente di sezione alla Corte d’appello di Messina, salito sul palco di piazza del popolo a Roma sabato 9 ottobre, durante la manifestazione organizzata dai No Green pass (culminata con l’assalto alla sede della Cgil).
Il suo caso è finito sul tavolo del Consiglio superiore della magistratura, che ha deciso di sospenderlo dalle funzioni e dallo stipendio, visto che in realtà non avrebbe ancora lasciato la toga, contrariamente a quanto annunciato.
A distanza di quasi tre settimane, però, la Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, accogliendo la richiesta del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, ha deciso di sospendere il giudice dalle funzioni e dallo stipendio.
Giorgianni, infatti, al contrario di quanto annunciato dal palco romano non ha ancora lasciato la toga.
Dopo le sue dichiarazioni in piazza, anche la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, aveva incaricato i suoi ispettori di procedere ad accertamenti e al Csm i consiglieri togati di Area avevano chiesto l’apertura di una pratica in Prima Commissione, competente sui trasferimenti d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati.
No Green pass, sospeso il giudice Angelo Giorgianni: la difesa di Carlo Freccero
Tra i primi a difendere il giudice Giorgianni era stato Carlo Freccero, ex direttore di Rai 2 ed ex consigliere del cda della Rai: “Giorgianni ha cercato una soluzione nei tribunali internazionali, dove il problema non è più la costituzionalità, ma i diritti dell’uomo difesi da codici internazionali, come il Codice di Norimberga che vieta esplicitamente la somministrazione di un farmaco, nonché la sperimentazione sull’uomo”.
“Ho assistito personalmente in televisione – ha aggiunto Freccero nell’intervista rilasciata all’Adnkronos – a un assalto al giudice Giorgianni che avrebbe accusato il governo di nazismo, mentre nella realtà il Codice di Norimberga è un codice di leggi ancora vigenti sottoscritto dallo Stato italiano. Non si tratta quindi di diffamazione, ma di esercizio del diritto“.