No definitivo alla candidatura di Georgescu in Romania, Salvini lo difende: "Euro golpe, precedente grave"
Salvini è stato tra i primi in Italia a commentare il no al ricorso di Georgescu: il candidato filorusso è escluso definitivamente dal voto in Romania
Matteo Salvini definisce un “Euro golpe” l’esclusione definitiva di Calin Georgescu dalla corsa alle presidenziali in Romania. La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso presentato dal candidato filorusso contro l’estromissione dal voto nel Paese della commissione elettorale, che aveva causato tumulti in piazza. Tra i primi in Italia a commentare il verdetto è stato il vicepremier leghista.
Bocciato il ricorso di Georgescu
L’esclusione dalle elezioni presidenziali in Romania di Georgescu aveva fatto esplodere le proteste e le manifestazioni a Bucarest da parte dei suoi sostenitori, nella serata di lunedì 9 marzo.
Gli elettori di estrema destra attendevano il verdetto sul ricorso del candidato della Corte Costituzionale, che ha però confermato la decisione dell’Ufficio elettorale centrale, estromettendo definitivamente il politico ultranazionalista dal voto in programma il 4 maggio.
Il commento di Matteo Salvini
Già in occasione dell’esclusione da parte della commissione elettorale, Matteo Salvini aveva espresso solidarietà a Georgescu, definendo quanto accaduto “un furto di democrazia gravissimo”.
Concetti ribaditi dal vicepremier sui sui profili social dopo il ricorso respinto: “Questo è un euro-golpe di stampo sovietico, altro che Democrazia. È un precedente gravissimo, una vergogna nel cuore dell’Europa che non può e non deve passare inosservata”.
Le proteste in Romania
La messa al bando ufficiale del candidato filorusso, forte del 40% dei consensi nei sondaggi sorretta da “un’organizzazione fascista, xenofoba e razzista” (uno dei capi d’accusa contestati dai pm rumeni), rischia di fare alzare ancora di più la tensione in Romania, teatro di diversi scontri violenti provocati dagli estremisti di destra durante tutte le tappe di questa vicenda.
Georgescu era stato arrestato a fine febbraio con diverse accuse, tra cui il tentativo di sovvertire l’ordine costituzionale, dichiarazioni false sul finanziamento elettorale e la creazione di un’organizzazione fascista.
Il 24 novembre 2024, il candidato di estrema destra aveva vinto il primo turno delle presidenziali, ma la tornata elettorale era stata annullata dalla Corte Costituzionale per presunte interferenze russe nella campagna elettorale, tramite manipolazione dei social media e finanziamenti illeciti.
