Neonati morti a Parma, Chiara Petrolini e il turismo macabro davanti a casa sua: selfie davanti ai cancelli
Nella villetta in cui Chiara Petrolini ha seppellito i neonati è iniziato il turismo macabro: selfie, foto e stazionamenti di fronte al cancello
Lo chiamano “il giardino dei neonati sepolti” o “dei bambini sepolti”, quel pezzo di terra che circonda la villetta in cui Chiara Petrolini viveva con i suoi genitori a Vignale di Traversetolo (Parma), prima che le telecamere e i taccuini della cronaca nera lo mostrassero in tutta Italia. E nel Belpaese sappiamo come vanno le cose. I luoghi degli orrori diventano meta di pellegrinaggi, oggi declinati a quella voglia di interazioni sui social, espressa con selfie e immagini che accompagnano didascalie ad effetto.
- Il turismo dell'orrore nella villetta di Traversetolo
- I precedenti, da Cogne ad Avetrana
- La Procura chiede il carcere per Chiara Petrolini
Il turismo dell’orrore nella villetta di Traversetolo
Inevitabilmente, la villetta di via Baietta a Vignale di Traversetolo ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica. Da un lato, ci sono persone che si limitano a portare un fiore in rispettoso silenzio, su quella ringhiera che per tanto tempo ha protetto i resti dei due neonati rinvenuti in tempi diversi, sepolti a distanza di un anno.
È il caso di una donna, che a quella ringhiera ha affisso tre rose bianche strette in un nastro di colore azzurro: “Non conosco la famiglia, sono di un’altra città ma come mamma sento il bisogno di lasciare la mia testimonianza”. Lo riporta Repubblica.
Nella villetta di Chiara Petrolini, agli arresti domiciliari dopo il rinvenimento dei resti dei neonati, è iniziato il turismo macabro: selfie, fotografie e ripetuti viavai di curiosi
Ma sul confine del cordoglio, c’è l’ossessione. Gazzetta di Parma riporta che alcuni curiosi si spingono fino al cancello di casa Petrolini per scattare un selfie e altre foto.
Un fenomeno scoppiato il 20 settembre, ovvero dal giorno in cui per Chiara Petrolini sono stati disposti gli arresti domiciliari. Per questo motivo il sindaco Simone Dall’Orto si augura che “la vicenda possa chiudersi a breve”.
I precedenti, da Cogne ad Avetrana
In Italia il turismo macabro è un tratto peculiare, quando si parla di casi di cronaca nera che hanno avuto una risonanza importante. Lo abbiamo visto, ad esempio, nella frazione di Montroz di Cogne, quando dopo la morte del piccolo Samuele Lorenzi è stata condannata la madre Annamaria Franzoni e tutti volevano vedere la “villa degli orrori” in cui si era consumato il delitto.
Era il 2002. 8 anni dopo, ad Avetrana (Taranto), con la scomparsa e l’omicidio di Sarah Scazzi il teatro del grottesco tornò in scena. Ancor prima della confessione di Michele Misseri, i curiosi affollavano la via Deledda in cui affacciava il cancello del garage di casa Misseri-Serrano.
La Procura chiede il carcere per Chiara Petrolini
La Procura di Parma ha chiesto la misura cautelare in carcere per Chiara Petrolini, che attualmente si trova agli arresti domiciliari. A spiegare il motivo è il procuratore Alfonso D’Avino, citato dalla Gazzetta di Parma: “Il buon esito e l’efficacia della misura non possono essere affidati a quegli stessi genitori che mai di nulla si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria”.
Soprattutto, secondo D’Avino è possibile che Chiara Petrolini “non abbia remore ad affrontare in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente e che trovi insopportabili, a punto tale da farle usare la forza a chi vi si frapponga”.