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Nel duplice femminicidio a Cisterna di Latina Renèe Amato poteva salvarsi: smentito il killer Christian Sodano

Il killer del duplice femminicidio di Cisterna di Latina è stato smentito su Renèe Amato, uccisa "per non farla soffrire": la 19enne poteva salvarsi

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Renèe Amato poteva salvarsi, al contrario di quanto riferito da Christian Sodano sul duplice femminicidio di Cisterna di Latina (LT). È quanto emerge dai rilievi della polizia scientifica nella villetta del quartiere di San Valentino, in via Monti Lepini, dove il 13 febbraio Sodano ha freddato a colpi di pistola la 19enne e sua madre Nicoletta Zomparelli, rispettivamente sorella e mamma della ex fidanzata Desyrèe Amato. Christian Sodano aveva detto di aver esploso contro Renèe Amato un colpo di grazia per non farla soffrire, ma dalle indagini risulta che le cose sarebbero andate diversamente.

Renèe Amato poteva salvarsi, la svolta nelle indagini

Secondo la relazione redatta dalla polizia scientifica, riportata dal ‘Corriere della Sera’, i colpi esplosi da Christian Sodano avrebbero preso una direzione sì dall’alto verso il basso, ma con due traiettorie diverse mentre la 19enne si trovava in una posizione semieretta.

Dopo i primi proiettili che non l’hanno uccisa, quindi, Renèe Amato avrebbe tentato di rialzarsi e in quel momento Sodano l’avrebbe freddata con altri due colpi di pistola.

renèe amato cisterna di latina femminicidioFonte foto: iStock
Renèe Amato, sorella di Desyrèe, poteva salvarsi. Il killer Christian Sodano aveva raccontato di averle sparato due volte “per non farla soffrire”, ma i nuovi rilievi della polizia scientifica sul luogo del femminicidio di Cisterna di Latina lo smentiscono

Prima di ricevere i colpi mortali di Christian Sodano, quindi, Renèe Amato avrebbe assunto una posizione sedutainginocchiata sul pavimento.

La 19enne, quindi, non si sarebbe trovata in una posizione sdraiata. Un fiato di vita che se non fosse stato interrotto bruscamente dalle ultime due esplosioni del maresciallo della guardia di finanza avrebbe fatto parte di un finale diverso.

La ricostruzione del femminicidio secondo la scientifica

Il 13 febbraio, com’è noto, Christian Sodano ha raggiunto la villetta di via Monti Lepini con la sua pistola. Alle grida della ex fidanzata Desyrèe Amato, spaventata, sono accorse la madre Nicoletta Zomparelli e la sorella Renèe.

Nicoletta Zomparelli, 46 anni, è morta per prima, freddata con un colpo al volto che l’ha resa irriconoscibile anche al marito Pino Amato. La donna avrebbe tentato disperatamente di proteggersi il viso con una mano, a giudicare dalle lesioni.

La seconda vittima è stata Renèe Amato, che dopo i primi colpi non è morta subito. Ricordiamo che Christian Sodano aveva raccontato di averle sparato due volte “per non farla soffrire”.

Ora è emerso che la 19enne si sarebbe potuta salvare, e la relazione della polizia scientifica è nelle mani del pm Valerio de Luca coordinato dal procuratore Giuseppe De Falco.

Sodano in carcere dopo la strage di Cisterna di Latina

Christian Sodano, dopo un’iniziale detenzione presso il carcere di Latina, è stato trasferito in una sezione militare del carcere di Rebibbia, a Roma.

Desyrèe Amato è riuscita a sfuggire alla furia dell’ex fidanzato prima nascondendosi nel bagno dell’abitazione, poi rifugiandosi in una legnaia all’esterno. Dopo il duplice femminicidio, Christian Sodano si è rifugiato in casa di uno zio a Latina al quale ha confessato la strage.

femminicidio-renee-amato-cisterna-di-latina-christian-sodano Fonte foto: IPA / iStock
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