Nebbia cognitiva post Covid fino al 30% dei contagiati: quali sono e quanto durano i sintomi e gli effetti
È stata chiamata “nebbia cognitiva”, ed è una delle caratteristiche più diffuse e debilitanti del cosiddetto Long Covid: ecco come si manifesta
Nell’era del post Covid, c’è qualcosa che accomuna molte delle persone che hanno avuto il Covid-19: gli inglesi la chiamano brain fog, che in Italia è stata tradotta con “nebbia cognitiva” (o anche “mentale” o “cerebrale”). Ecco come si manifesta e quanto può durare.
- Il long Covid e la nebbia cognitiva
- Come si manifesta la nebbia cognitiva
- Le difficoltà nelle diagnosi e le cure
Il long Covid e la nebbia cognitiva
Quella che viene chiamata in italiano nebbia cognitiva è una delle caratteristiche più diffuse tra quelle che accomunano tutte quelle persone che, almeno una volta, sono state affette dal Covid-19.
È uno dei sintomi del long Covid, ovvero quella sindrome che interessa buona parte delle persone che hanno avuto il virus e che, il più delle volte, si manifesta con fatica, stanchezza, debolezza, dolori muscolari e articolari, mancanza di appetito.
Un tampone per il Covid-19, in una immagine di archivio
La nebbia cognitiva si presenta però come un disturbo neurologico con sintomi ben definiti che, secondo Carlo Ferrarese, coordinatore dello studio e direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Milano-Bicocca presso la Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, “sono tra gli aspetti più allarmanti, controversi e meno compresi della recente pandemia”.
Come si manifesta la nebbia cognitiva
Secondo i risultati dello studio Neuro-Covid Italy promosso dalla Società Italiana di Neurologia (Sin) e pubblicato sulla rivista Neurology, la nebbia cognitiva è caratterizzata da “una scarsa capacità di pensare, difficoltà a focalizzare l’attenzione, confusione soggettiva e dimenticanza”.
Lo studio è stato effettuato monitorando 38 unità operative di Neurologia, in Italia e nella Repubblica di San Marino da marzo 2020 fino a dicembre 2021, e 53mila pazienti ospedalizzati per Covid-19, circa 2mila dei quali ha riportato disturbi neurologici rilevati fino a sei mesi dopo la diagnosi (dato che è arrivato anche al 30% dei casi analizzati)..
In alcuni casi, tali disturbi possono portare anche a forme di epilessia e infiammazione dei nervi periferici, encefalopatia acuta fino a ictus ischemico ed emorragia cerebrale. Nella maggior parte delle persone però, i sintomi scompaiono del tutto, anche in tempi relativamente brevi.
Le difficoltà nelle diagnosi e le cure
Come spiegato da Valentina Di Mattei, coordinatore del Servizio di Psicologia Clinica della Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano, è difficile quantificare con precisione quanti pazienti soffrano di nebbia cognitiva “proprio per la complessità di arrivare a una diagnosi precisa e per la diversità delle manifestazioni a lungo termine”.
A rendere anchora più complessa la diagnosi ci sono poi alcuni disturbi paralleli del post Covid, come ansia, depressione, stress e insonnia. Nonostante ciò, col passare del tempo i problemi neurologici sono diventati meno frequenti, grazie anche al diffuso uso dei vaccini.
Come spiegato invece da Alberto Priori, direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia e della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Milano presso il Polo Universitario San Paolo, “le cure vanno personalizzate sulla singola persona, tenendo presente di quali disturbi soffre e quali altri trattamenti farmacologici stia già seguendo. Una volta identificato il problema, la cura viene prescritta dal neurologo, dallo psicologo o dallo psichiatra in base al caso specifico”.