Napoli, mostra contro la censura: manifesti con bestemmie in città
A Napoli una mostra contro la censura religiosa è stata promossa da alcuni artisti con l'affissione di manifesti ricchi di bestemmie: le reazioni
Manifesti blasfemi. Questa la trovata ‘pubblicitaria’ della mostra ‘Ceci n’est pas un blasphème‘, attualmente ospitata al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli. L’assessora alla Cultura, Annamaria Palmieri, è dovuta intervenire in seguito alle tantissime segnalazioni pervenute, poiché i manifesti con le bestemmie sono stati affissi in molti stalli pubblicitari del Comune di Napoli, istituzione che ha autorizzato la mostra un anno fa.
Napoli, mostra contro la censura: manifesti con bestemmie in città
Nella nota diffusa dal Comune di Napoli si legge che la mostra è stata autorizzata un anno fa, a settembre 2020: ha contenuti consigliati “a un pubblico maggiorenne consapevole“.
Ovviamente, in merito all’affissione dei manifesti blasfemi che richiamano ai contenuti della mostra seppur “senza chiari segni di riconoscimento”, il Comune ha aggiunto di non aver ricevuto “alcuna richiesta e/o comunicazione relative a questa tipologia di affissione. Quindi risultano avvenute abusivamente e come tali soggette alla immediata rimozione da parte degli addetti di Napoli Servizi competenti sul settore”.
Tra i manifesti fotografati e diventati immediatamente virali sui social ci sono quelli raffiguranti Topolino, il logo di Disneyland Paris e quello del Crodino: tutti usati per diffondere improperi religiosi.
A realizzarli, gli artisti di alcuni collettivi indipendenti che presentano le loro opere, anche queste a carattere blasfemo, nell’ambito della mostra ‘Ceci n’est pas un blasphème’, ossia ‘Il Festival delle arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa‘ ospitato fino al 30 settembre dal Palazzo delle Arti di Napoli.
Napoli, manifesti con bestemmie in città: parla la direttrice della mostra
A prendere le distanze dai manifesti, anche la direttrice artistica del festival, Emanuela Marmo: “Alcuni dei subvertiser in mostra al Pan per Ceci n’est pas un blasphème stanno lasciando a Napoli tracce della loro presenza. Si tratta di una loro spontanea e autonoma iniziativa, di cui so poco, se non quello che amici, conoscenti, utenti mi riferiscono mandandomi foto da Napoli”.
“Va da sé – ha aggiunto – che l’assessorato o l’amministrazione comunale ne sappiano ancora meno. Trovo ridicolo e pretestuoso metterli in difficoltà su una circostanza che esclude in toto il loro coinvolgimento“.
Questo perché, “i subvertiser non informano nessuno delle loro azioni, tanto meno chiedono il permesso. Il subvertising abusa, sabota e si riappropria creativamente degli spazi della pubblicità e della propaganda per restituire messaggi di protesta, di libertà, sovvertendo i concetti che abitualmente ci educano e ci condizionano”.
Riguardo l’opportunità della mostra, l’assessora Annamaria Palmieri ha concluso dicendo che “è sulla libertà d’espressione e il Comune non ha mai censurato nessuno. Si tratta di contenuti forti, particolarmente provocatori e fortemente satirici, quindi è stato prescritto che all’ingresso fosse posto un avviso con il quale si sconsiglia a un pubblico non adulto e consapevole”.