Mutazione coronavirus nei visoni, un caso in Italia: i timori
L'organizzazione mondiale della sanità animale chiede indagini sulle conseguenze per l'uomo, ma l'Edcd spiega che la mutazione non è più pericolosa
L’organizzazione mondiale per la sanità animale, l’OIE, comunica, come riportato da Ansa, l’esigenza di uno studio accurato sulla mutazione del coronavirus riscontrato nei visoni in Danimarca, ma non solo, e le conseguenze che può provocare sulla diffusione del Covid-19 nell’uomo.
Mutazione coronavirus nei visoni: l’annuncio dell’OIE
Nonostante sia dato per assodato come la trasmissione del Sars-CoV-2 si verifichi soltanto da uomo a uomo, l’organizzazione rende noto che “vi sono preoccupazioni che l’introduzione e la circolazione di nuovi ceppi virali nell’uomo, come quello dai visoni, possa comportare modifiche della trasmissibilità o virulenza e una diminuzione del trattamento e dell’efficacia del vaccino”.
“Tuttavia, le conseguenze complete rimangono sconosciute e sono necessarie ulteriori indagini per comprendere appieno l’impatto di queste mutazioni” ha specificato l’OIE.
A questo scopo l’organizzazione auspica “una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie pubbliche e degli animali è fondamentale per identificare e ridurre meglio l’impatto”.
Mutazione coronavirus nei visoni: un caso in Italia
In proposito il centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) in un documento di valutazione del rischio sul tema, ha rivelato come casi di infezione da Sars-CoV-2 nei visoni si siano verificati in diversi allevamenti in Europa, anche in Italia.
Gli esperti scrivono che nel nostro Paese l’unico caso registrato finora è stato segnalato ad agosto in un allevamento in Lombardia.
L’Ecdc specifica però che il ceppo del coronavirus riscontrato nei visioni, che è mutato rispetto a quello che circola in modo più diffuso, non è né più contagioso né più aggressivo rispetto agli altri.