Muore in un incidente in moto e gli amici minacciano i carabinieri: la rabbia e l'ipotesi dello speronamento
La famiglia e gli amici del 27enne morto in un incidente in moto accusano i carabinieri, indagini sulla dinamica
Tensione alle stelle a Bari nella mattina di sabato 24 giugno in cui sono stati celebrati i funerali di Christian Di Gioia, 27enne morto in un incidente in moto nella notte tra mercoledì 21 e giovedì 22 giugno. Le esequie, precedute e seguite da un lungo corteo funebre, non hanno fatto altro che far crescere la rabbia di parenti e amici che accusano i carabinieri della responsabilità della morte di Di Gioia.
L’incidente mortale
Il 27enne, secondo quanto emerge, sarebbe morto in seguito a un grave incidente in moto avuto nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2023 a Bari. L’uomo, stando alle ricostruzioni, non si sarebbe fermato a un alt dei carabinieri e avrebbe tirato dritto, per poi perdere il controllo della moto alla fine del ponte San Pio, qualche metro più avanti.
I primi a soccorrerlo sono stati proprio vicino a via Caldarola e via Magna Grecia. Vedendo il mezzo e il ragazzo a terra, i carabinieri avrebbero immediatamente chiamato i soccorsi, il cui intervento è stato però vano. Giunti sul posto, infatti, i sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 27enne.
Sul posto, poi, sono arrivati anche gli uomini della polizia locale che ha condotto le indagini e ha escluso, almeno per il momento, il coinvolgimento di altri mezzi nell’incidente.
L’accusa ai carabinieri
Di diverso avviso, però, amici e familiari di Di Gioia che puntano il dito proprio contro i carabinieri. Se è vero che il 27enne sembra non essersi fermato all’alt, i familiari hanno accusato i militari di aver speronato la moto del ragazzo.
Secondo quanto riferito dal Corriere del Mezzogiorno, infatti, sosterrebbero che una volta non fermatosi all’alt Di Gioia sarebbe stato inseguito e poi tamponato dai carabinieri, con la caduta che gli sarebbe stata fatale. E sui social impazza la bufera e la critica ai militari, con numerosi messaggio di minaccia. C’è chi scrive “non la passerai lisci, la pagherai” al presunto responsabile, mentre altri sono più duri: “Vorrei vedere un’intera caserma in fiamme, voi siete la vera mafia, non noi. Che Dio ve la faccia pagare”.
Le indagini
L’esatta dinamica dell’incidente è al vaglio degli inquirenti, il cui lavoro è condotto dalla pm Desirèe Digeronimo della procura di Bari che vuole vederci chiaro. L’ipotesi al momento più battuta è quella che il ragazzo sia caduto da solo.
Ora però, oltre all’incidente, si aggiungono anche le minacce e il corteo funebre. Il sindaco Decaro ha definito tutto ciò un “simbolismo criminale preoccupante“.