Aurora, 16enne morta dopo la visita medica: il dolore del nonno
In Pronto Soccorso le avevano somministrato solo un ansiolitico. La giovane è stata trovata morta all'alba del giorno successivo
“Me l’hanno ammazzata. È tremendo. Me l’hanno ammazzata”. A parlare è il nonno di Aurora Grazini, la ragazza di 16 anni morta dopo essere stata dimessa dal Pronto Soccorso dell’ospedale Belcolle di Viterbo sabato scorso a Montefiascone (Viterbo). L’uomo ha rilasciato una lunga intervista a Repubblica in cui ha raccontato il suo dolore.
Si chiama Ilario Gambetta il nonno di Aurora, e abita a 6 km dalla villetta dove vivono la figlia Anna Maria e il marito Giancarlo, i genitori della giovane morta all’alba di sabato. Con loro vive anche Rachele, la figlia maggiore, di 18 anni.
“Sono malato e vecchio. Perché non sono morto io?”, si è chiesto l’anziano davanti ai microfoni di Repubblica. “Aurora stava male da venti giorni, una brutta influenza. Non l’ho potuta vedere in quelle tre settimane perché sono debole, non posso prendermi niente. Ma le parlavo al telefono, di lei mi raccontava mia figlia”.
“L’ultima volta che era venuta a trovarmi si era seduta proprio lì, sul letto. Aveva quel suo bel sorriso solare che ti illuminava la giornata”, ha raccontato il nonno della 16enne. “Giovedì era tornata a scuola. Dopo tanti giorni di assenza era rimasta un po’ indietro, ma era stata interrogata lo stesso. La professoressa le aveva messo 4, ma si può? Ci era rimasta malissimo, già stava giù, con questa botta, poi…”.
“Venerdì poi si è sentita male e alla fine mia figlia, la mamma di Aurora, ha chiamato l’ambulanza“, che l’ha portata all’ospedale di Viterbo, dove è stata visitata dal personale medico. Trovandola in un forte stato di agitazione, i dottori le avrebbero prescritto una visita psichiatrica.
“Certo che era agitata”, ha spiegato nonno Ilario a Repubblica. “Era arrivata in ambulanza, non ci era mai salita. Aveva male alla gola, si sentiva strana, stanca, dopo tutti quei giorni di febbre. Era anche tanto dimagrita“.
L’appuntamento con il neuropsichiatra era stato preso oggi. Il medico avrebbe dunque somministrato “quindici gocce” di ansiolitico alla giovane, per poi dimetterla. Sul perché non siano state fatte le analisi del sangue alla 16enne prima della prescrizione, la direttrice sanitaria dell’ospedale Daniela Donetti ha riferito a Repubblica: “Il percorso che era stato scelto per lei non lo richiede“.
“Le gocce la intontiscono subito“, ha spiegato ancora Ilario Gambetta. “Aurora e la madre, Anna Maria, escono per aspettare il padre. Aurora appoggia il capo sulla spalla della mamma, non si regge in piedi. In macchina è seduta dietro ma siccome respira male la fanno passare davanti”.
“A casa non vuole stare sola. Si mette sul divano, la mamma prepara da mangiare, poi la mette a dormire nel letto con lei. La veglia per tutta la notte e verso l’alba chiama il marito, che in quel momento era in bagno. Urla: ‘corri, presto, non respira, non respira‘”.
“E io adesso voglio sapere perché” Aurora è morta a 16 anni dopo essere stata dimessa dall’ospedale. “Me l’hanno ammazzata. È tremendo. Me l’hanno ammazzata”, ha ribadito nonno Ilario.