Mottarone, spunta nuova testimonianza. Altre indagini su Nerini
Al vaglio degli inquirenti che indagano sull'incidente alla funivia del Mottarone la testimonianza di tre escursionisti
Proseguono le indagini sulla tragedia alla funivia del Mottarone avvenuta il 23 maggio scorso, che ha provocato il decesso di 14 persone. Al vaglio degli inquirenti ci sono le testimonianze di tre amici che quella mattina sono stati sfiorati dalla cabina proprio sotto la stazione di arrivo.
I tre stavano facendo una passeggiata e salendo verso il Mottarone. Arrivati quasi sotto la stazione di arrivo della funivia, una donna si è girata per fare delle foto e ha visto la cabina che saliva adagio.
“Siccome faccio spesso questo sentiero, già mi era capitato di vedere la cabina in fase di arrivo. Ma questa volta ho notato una stranezza: era troppo bassa rispetto al solito. E così ho allertato la mia amica, dicendole di spostarsi”. Queste le parole della donna riportate dal Corriere della Sera.
Una circostanza confermata dall’amica e che è ora al vaglio degli esperti che collaborano al caso con la procura di Verbania. Potrebbe essere solo una suggestione ma potrebbe anche essere un fatto rilevante utile a chiarire la dinamica dell’incidente.
Agli atti del procedimento c’è anche la deposizione del terzo escursionista, il marito della donna, che ha riferito di aver sentito “un rumore molto forte e strano, assomigliava a una frustata. Ha avuto una durata di circa cinque secondi. Sono riuscito a vedere un cavo d’acciaio che si era staccato… La parte finale era collegata a qualcosa delle dimensioni di circa mezzo metro”.
Potrebbe trattarsi della cosiddetta testa fusa, la parte terminale della fune traente dove pare sia avvenuta la rottura. Tutti elementi che dovranno essere chiariti dagli esperti con gli accertamenti e le perizie.
Mottarone, Nerini già indagato
Intanto è emerso che il gestore della funivia del Mottarone, Luigi Nerini, risulta indagato in altri due procedimenti che non riguardano l’impianto ma Alpyland, una pista di bob su rotaia che si snoda sullo stesso pendio della montagna e gestita sempre da una sua società.
La notizia è emersa dalla richiesta di convalida del fermo che era stata presentata dalla procura. Il fatto non è collegabile all’incidente della funivia, ma è stato usato dalla pm Bossi per sostenere “la già dimostrata insofferenza ad uno scrupoloso rispetto delle misure di sicurezza volte a tutelare l’incolumità degli utenti di tale genere di impianti”.
Nerini è indagato per lesioni colpose per due incidenti avvenuti sulla pista di Alpyland nel 2017 e nel 2019, che avevano provocato il ferimento di un dipendente e di un passeggero. I fascicoli di indagine sono nati in seguito alle denunce sporte dai due feriti.