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Mosca carnaria assassina, 19enne uccisa in Costa Rica: i sintomi nell'uomo causati dall'insetto killer

Una ragazza 19enne anni è morta in Costa Rica, uccisa dalla mosca carnaria "assassina": è la prima vittima del parassita. L’intervista all'esperto, la situazione in Italia

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Aveva 19 anni la ragazza morta a causa della cosiddetta mosca killer o mosca assassina. Viveva in Costa Rica, dove la presenza di questo insetto sta destando allarme. L’intervista a Claudio Venturelli, entomologo sanitario.

L’emergenza della mosca assassina in Costa Rica

Nonostante in genere crei infezioni prevalentemente negli animali, lo scorso anno si sono verificati 7 casi solo nel Paese dell’America centrale, che aveva dichiarato di averlo eliminato nel 2000.

La mosca, che in gergo scientifico si chiama Cochliomyia hominivorax, è conosciuta anche come verme del Nuovo Mondo, perché originaria del continente americano e presente in alcuni Paesi del Sudamerica, in certe aree degli Usa e, soprattutto, in Africa.

La 19enne uccisa dalla mosca killer

Proprio in Costa Rica, una ragazza di 19 anni è morta lo scorso giugno a causa delle infezioni causate dalle larve della mosca killer, che depone le uova all’interno delle ferite aperte di qualsiasi specie di mammifero, ma anche nelle mucose o in altre aree umide del corpo.

Come riconoscere una mosca carnivora

Le mosche carnivore si riconoscono per il colore del corpo, tra il blu e il verde, e gli occhi arancioni.

Ma anche per le grandi dimensioni, circa 8-10 millimetri, il doppio di una normale mosca domestica.

Quali sono i sintomi

Schiuse le uova, le larve si diffondono nei tessuti circostanti, causando una malattia parassitaria nota come miasi.

L’infestazione di queste larve provoca dolorose infezioni.

I sintomi nell’uomo possono includere:

  • dolore
  • prurito intenso
  • eritema cutaneo
  • noduli cutanei
  • protuberanze sulla pelle

L’intervista a Claudio Venturelli

La cosiddetta ‘mosca killer’ cos’è e perché ha portato alla morte di una ragazza?

“Da quanto è emerso finora la ragazza rimasta vittima aveva già alcune patologie croniche che probabilmente hanno contribuito a compromettere il suo stato di salute generale. Finora, infatti, era ritenuto difficile che potesse portare alla morte, anche se l’infezione della Cochliomyia hominivorax può comunque causare danni seri in certi soggetti”.

Quali sono le persone più a rischio?

“Trattandosi di una mosca, sono soprattutto coloro che trascorrono molto tempo a contatto con animali come bovini, ma anche capre e pecore, all’aria aperta. La mosca, che è più grande di quella normale che conosciamo (misura in genere 8-10 mm, è di colore blu-verde lucido, con occhi arancioni, Ndr) si chiama proprio hominivorax perché, a differenza della mosca carnaria comune, può attacca le mucose e può digerire le parti interne di tessuto. Questo può portare a patologie serie, come le miasi, anche intestinali”.

Di che patologie si tratta?

“Pur essendo una mosca, agisce come se veicolasse un verme. In pratica deposita le sue larve all’interno dei tessuti, per esempio sotto la pelle, ma può arrivare ad attaccare anche quelli interni, con una miasi appunto, anche intestinale. Sono casi estremi perché in genere si riconosce. Probabilmente nel caso della ragazza morta, un sistema sanitario non perfettamente efficiente non è stato in grado di farlo e di intervenire per tempo, col risultato che le condizioni della giovane si sono aggravate irrimediabilmente”.

Esistono delle cure contro l’infezione da mosca assassina?

“Sì. L’infezione che provoca di per sé non dovrebbe essere grave, se presa in tempo. Si cura con i farmaci utilizzati in caso di vermi. Naturalmente i soggetti più fragili per le loro condizioni di salute pregresse, gli anziani e i bambini sono i più esposti al rischio di aggravamento”.

La Cochliomyia hominivorax esiste anche in Italia? Si corrono rischi?

“No, in Italia non ci sono notizie della sua presenza e anche in caso di eventuale ‘importazione’ da paesi endemici, non ci sarebbe un habitat ideale, perché questa mosca vive in ambienti molto caldi. Lo stesso vale per l’Europa. È comunque vero che, con i cambiamenti climatici in corso, non si è più sicuri di nulla. Lo dimostra il fatto che stanno arrivando anche animali mai visti prima nel nostro continente. Il pericolo, comunque, al momento non è imminente”.

Perché sarebbe aumentato il numero di questi insetti?

“La mosca killer era stata segnalata per la prima volta nella Guyana, in sud America, nel 1858. L’ultima volta che se ne è sentito parlare con un certo allarme, prima dei casi recenti nella stessa zona, è stato almeno 20 anni fa. Il problema, però, riguardava alcuni paesi africani. In entrambi i casi le condizioni igieniche locali possono aver contribuito a far aumentare i casi di infezione, anche perché non si è stati in grado di intervenire per tempo”.

Le mosche rappresentano una fonte di allarme, in generale, come le zanzare?

“Dipende dal tipo di insetto. Per esempio la mosca killer sì perché si nutre di tessuti vivi. Diversamente, le mosche carnarie si nutrono di tessuti morti e durante la Seconda Guerra mondiale, ad esempio, se ne servivano per curare alcune ferite: mangiando i tessuti in cancrena, pulivano le ferite rilasciavano una sorta di antibiotico. Oggi vengono persino allevate queste mosche, sterili, per poterle usare nella cura delle piaghe da decubito che faticano a cicatrizzare. Ma si nutrono solo del materiale in putrefazione, mentre la mosca killer di parti vive e questo è un problema”.

mosca-carnaria-assassina-killer Fonte foto: 123RF
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