Morto Stefano Mastropietro: a scoprire il cadavere del padre di Pamela gli agenti della polizia
Trovato morto il padre di Pamela Mastropietro: il cadavere è stato rinvenuto nell'abitazione dove dimorava l'uomo
Stefano Mastropietro, il padre di Pamela Mastropietro, è stato trovato senza vita, steso a terra, nel salotto di casa sua. Il cadavere è stato rinvenuto lungo la mattinata di domenica 14 maggio dai poliziotti.
- L'allarme lanciato dai famigliari
- Le ipotesi sulle cause del decesso
- L'omicidio di Pamela Mastropietro
- L'indignazione della madre della vittima
L’allarme lanciato dai famigliari
Quando gli agenti sono entrati nella sua dimora in via Niobe, a Morena (provincia di Roma), intorno alle 11 del mattino, hanno subito compreso che non c’era più nulla da fare per l’uomo. A lanciare l’allarme e ad avvertire la polizia sono stati i parenti che non riuscivano a mettersi in contatto con Stefano da qualche giorno.
Le ipotesi sulle cause del decesso
In casa sono giunti anche i soccorritori del 118. Dal primo esame sulla salma non sarebbero emersi segni evidenti di violenza. L’uomo sarebbe morto da giorni, forse a causa di un malore.
I genitori di Pamela Mastropietro
Stefano Mastropietro potrebbe essere scivolato e aver sbattuto la testa, come dimostrerebbe la chiazza di sangue trovata a terra. Per fugare ogni dubbio, il pm di turno ha disposto l’autopsia.
L’omicidio di Pamela Mastropietro
L’omicidio di Pamela Mastropietro è un fatto di cronaca nera, tra i più cruenti visti in Italia negli ultimi anni, avvenuto il 30 gennaio 2018 a Macerata.
La ragazza classe 1999 soffriva di un disturbo di personalità borderline ed era dipendente da droghe. Secondo l’autopsia, nelle sue ultime ore di vita, Pamela fu vittima di violenza sessuale per poi essere uccisa con due coltellate al fegato. Il cadavere fu quindi accuratamente lavato con candeggina, nel tentativo di eliminare i residui organici, infine smembrato e occultato.
Tra il 30 e il 31 gennaio 2018 un passante notò la presenza di due valigie abbandonate in un piccolo fossato non lontano dal cancello di una villetta in Via dell’Industria, tra Casette Verdini e Pollenza, a pochi chilometri da Macerata. All’interno fu trovato il cadavere, smembrato, della ragazza.
Ad essere accusato, processato e condannato per l’omicidio fu Innocent Oseghale, un pusher nigeriano. La condanna è stata confermata dalla corte d’assise d’appello del tribunale di Ancona il 16 ottobre 2020.
L’indignazione della madre della vittima
Oseghale si è sempre dichiarato innocente, affermando di aver smembrato il corpo ma di non aver ucciso la ragazza. Secondo la sua versione, Pamela sarebbe morta per un’overdose di eroina, il che è stato smentito sia dai risultati dell’autopsia sia dalla testimonianza di Marino. Di recente la madre della vittima si è detta indignata del fatto che Oseghale non si sia mai pentito.