Morto dopo il morso di un ragno violino in Salento: colpa di un batterio mangiacarne? La teoria dell'esperto
Menichetti, primario e professore di infettivologia a Pisa, ora in pensione, ha parlato della morte del 23enne dopo il morso di un ragno violino
Della morte di un ragazzo di 23 anni in Salento dopo il morso di un ragno violino ha parlato Francesco Menichetti, primario e professore di infettivologia dell’Università di Pisa, ora in pensione. L’esperto ha avanzato un’ipotesi sul decesso del giovane.
- Il caso del 23enne morto dopo il morso di un ragno violino in Salento
- La teoria dell'esperto sul batterio mangiacarne
- Come riconoscere il morso di un ragno violino
Il caso del 23enne morto dopo il morso di un ragno violino in Salento
Un 23enne, Giuseppe Russo, è morto nel reparto di rianimazione del Policlinico di Bari dopo che il 13 luglio era stato morso alla gamba destra da un ragno violino a Collepasso, in provincia di Lecce, mentre lavorava alla manutenzione di un terreno in campagna.
Come riportato da La Repubblica, il 23enne ha riportato una lesione necrotizzante sulla coscia, che sarebbe stata la porta d’accesso per un’infezione batterica, che a sua volta avrebbe provocato una fascite necrotizzante e il successivo shock settico che avrebbe determinato l’insufficienza multiorgano e la morte.
Un esemplare di ragno violino.
La teoria dell’esperto sul batterio mangiacarne
Allo stesso quotidiano, Francesco Menichetti ha detto sul caso del 23enne: “Non mi risulta che il suo morso sia letale”. Poi ha aggiunto: “Non vorrei sostituirmi ai colleghi che hanno curato il paziente, ma raccontata così sembrerebbe una fascite necrotizzante”.
Menichetti ha definito la fascite necotrizzante “un’infezione rara, ma subdola e grave”, che “avviene quando per esempio ci si ferisce con una piccola scheggia che penetra in profondità nella pelle. Se quella scheggia ospita un particolare batterio della famiglia degli streptococchi, battezzato appunto mangiacarne, può iniziare a creare una necrosi che si allarga in profondità. Se non curata, può portare a un’infezione grave, alla necessità di amputare l’arto o addirittura alla morte per sepsi”.
Come riconoscere il morso di un ragno violino
Nell’intervista, Menichetti ha raccontato che anche lui è stato morso da un ragno violino una volta, fornendo indicazioni preziose per riconoscerlo.
Il suo racconto: “Era estate. Abbiamo una casa nel bosco a Seravezza, tra la natura e gli animali. Ero andato nella legnaia, che resta chiusa buona parte dell’anno, e lì ho rimediato la puntura. Lì per lì l’ho appena notata. Un paio di giorni più tardi, visto che il prurito molto forte non passava, mia moglie è tornata per fare pulizia nella legnaia e l’ha trovato. Era lui: corpo piccolo rispetto alle zampe e il segno del violino sul dorso“.
Sulla ferita ha detto: “Lì per lì sembrava una banale puntura d’insetto, ma dopo qualche minuto il prurito è diventato più intenso. Attorno alla puntura si è formato un alone nerastro che indicava la necrosi: la morte dei tessuti cutanei attorno al morso”.