Morto collaboratore di giustizia Francesco Geraci, ex gioielliere fedelissimo di Messina Denaro e di Riina
Amico d'infanzia dell'ex capomafia, Geraci aveva custodito i gioielli di Riina a Castelvetrano: è morto a 59 anni per un tumore al colon
Francesco Geraci, ex fedelissimo di Matteo Messina Denaro e in seguito collaboratore di giustizia, è morto a 59 anni a Milano per un tumore al colon, la stessa malattia dell’ex latitante. Il gioielliere, originario di Castelvetrano, viveva da tempo in una località segreta dopo essere uscito dal programma di protezione. Lo riporta Ansa. Come raccontò lui stesso dopo aver cominciato a rivelare i segreti di Cosa nostra, fu anche il custode dei gioielli di Salvatore Riina.
Chi era Francesco Geraci
Secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, Geraci è stato uno dei collaboratori di giustizia più importanti dell’ultima stagione di lotta alla mafia. Uomo fidato di Messina Denaro, nel 1992 fu uno dei componenti del gruppo inviato a Roma per pedinare il giudice Giovanni Falcone.
Insieme a Vincenzo Sinacori fu incaricato di seguire Maurizio Costanzo. Il suo contributo sarebbe stato fondamentale per ricostruire le fasi preparatorie di alcuni attentati che l’ala stragista di Cosa nostra stava architettando contro politici e giornalisti. Secondo quanto dichiarò il collaboratore di giustizia gli attentati “avrebbero dovuto costringere lo Stato a trattare”.
Il rapporto con Messina Denaro
Con l’ex capomafia, Geraci aveva condiviso molti segreti che rivelò dopo essere stato arrestato nel 1994. “Con Messina Denaro Matteo ci conosciamo dall’infanzia perché giocavamo assieme da piccolini. Abita vicino casa mia, in linea d’aria saranno un 200 metri”, aveva dichiarato in un’udienza dopo avere cominciato a collaborare con la giustizia.
La vicinanza tra Francesco Geraci e Matteo Messina Denaro si sarebbe interrotta quando il primo aveva 15 anni: “Lui ha preso la sua strada e io la mia”, disse l’ex gioielliere in una dichiarazione durante il processo per la strage dei Georgofili. I due si riavvicinano quando qualcuno chiese il pizzo al gioielliere e lui si rivolse al vecchio compagno di scuola. “Da quel giorno divento un uomo di fiducia di Messina Denaro”, disse Geraci al processo di Firenze.
L’ex gioielliere era noto anche per avere custodito il tesoro di Totò Riina nel suo caveau a Castelvetrano: collier, orecchini, crocifissi tempestati di brillanti, diamanti, sterline e lingotti d’oro per un valore di oltre 2 miliardi di lire.