Morti Covid in Italia, i numeri sono sottostimati? La differenza tra morti "con" e "per" Covid
Si riapre il dibattito sui morti "con" e "per" Covid. Cosa dicono i dati Istat-Iss e dell'Osservatorio della Salute sui decessi
Torna a riaprirsi il dibattito sui morti “con” e “per” Covid-19 in Italia. Il tema è tornato al centro del confronto tra gli esperti nelle ultime settimane: se da un lato i ricoveri sono in calo dopo il picco di contagi di gennaio 2022, i decessi sono ancora stabilmente alti, e ci si chiede a cosa possano essere ricondotti.
- Morti Covid in Italia, i numeri sono sottostimati? Cosa dice la mortalità attesa
- Morti Covid in Italia, il confronto tra i dati Iss-Istat e dell'Osservatorio nazionale della Salute
- Morti Covid in Italia, il rapporto dell'Osservatorio nazionale della Salute
- Morti Covid in Italia, Crisanti: "Sono stati sempre sottostimati"
Morti Covid in Italia, i numeri sono sottostimati? Cosa dice la mortalità attesa
In un articolo de La Stampa si parla di concetto di mortalità attesa, ovvero una media di quella rilevata in cinque anni; dal momento che la pandemia è scoppiata nel 2020, si fa riferimento alla mortalità dal 2015 al 2019.
Sulla base della media, nel 2020 i morti sarebbero dovuti essere 645mila; con l’aggiunta dei 74mila morti per Covid, rilevati dalla Protezione civile, si arriva a 719mila.
Se le vittime conteggiate come decessi Covid fossero morte “con” Covid, i morti del 2020 sarebbero dovuti essere di meno, in quanto alcuni sarebbero dovuti rientrare nella “mortalità attesa”. Invece di morti nel 2020 se ne sono contati 746mila, quindi 27mila in più delle stime, che secondo La Stampa potrebbero quindi essere sfuggite al conteggio totale.
Morti Covid in Italia, il confronto tra i dati Iss-Istat e dell’Osservatorio nazionale della Salute
Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale della Salute, ha spiegato che “in un altro studio Istat-Iss sui decessi in eccesso osservati nei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto alla media del periodo 2015-2019, si è evidenziato un aumento significativo di altre cause che, al momento, non trova una spiegazione di natura epidemiologica”.
Secondo Solipaca, si tratta di numeri in eccesso “che si spiegano con il fatto che l’Italia è stato il primo Paese europeo a essere travolto dalla pandemia, con un impatto difficile da gestire sotto tutti i punti di vista. Tanto che molti anziani sono morti in casa e i certificati di morte sono in alcuni casi stati redatti prima che si accertasse la loro positività”.
Morti Covid in Italia, il rapporto dell’Osservatorio nazionale della Salute
In un rapporto dell’Osservatorio nazionale della Salute, datato 4 febbraio 2022, si fa riferimento ai morti a causa della pandemia tra il 24 febbraio 2020 e il 24 febbraio 2021, ovvero 96.666 persone: “Rapportati alla popolazione italiana rappresentano un tasso pari a 160,5 decessi ogni 100 mila abitanti. Questo tasso, se confrontato con quelli distinti per causa del 2018 prodotti dall’Istat, mette in luce che il Covid-19 rappresenta la terza causa di morte”.
L’Osservatorio rileva ancora che “il tasso di mortalità per Covid-19, tra le persone che hanno un’età compresa tra i 40-49 anni, è 1,8 volte più alto di quello della mortalità causata dagli incidenti stradali, 20 volte più alto nella classe di età 60-69 anni”.
Morti Covid in Italia, Crisanti: “Sono stati sempre sottostimati”
Su questo tema è intervenuto anche il microbiologo Andrea Crisanti, ad “Agorà”. L’esperto ha affermato che “i morti per Covid sono stati sempre sottostimati“.
Il microbiologo Andrea Crisanti
“La dinamica dei contagi non è allineata con quella della patologia e con quella delle conseguenze gravi della malattia – ha aggiunto Crisanti – c’è una sfasatura di 3-4 settimane. Ora sta cominciando un lieve calo dei decessi. Il calo della trasmissione è legato al fatto che la maggior parte delle persone ha fatto il vaccino o si è infettata”.
Il microbiologo ha concluso: “La maggior parte dei decessi riguarda persone tra 80 e 85 anni: la possibilità che una persona di questa fascia muoia in un giorno è 1/1.000. L’incidenza dei positivi in questa fascia è 4/1.000. Le probabilità si moltiplicano, la probabilità che una persona muoia per causa indipendente dal Covid e allo stesso tempo sia infettata è 4/1.000.000. In genere, i decessi da Covid sono stati sottostimati“.