Morte Matilde Lorenzi, per la Procura non ci sarebbero responsabilità penali: cosa significa e la decisione
Il 31 ottobre via libera per i funerali di Matilde Lorenzi. Per la Procura, in merito alla morte della sciatrice si escludono responsabilità penali
La Procura di Bolzano ha escluso responsabilità penali per la morte della sciatrice Matilde Lorenzi, 19 anni, avvenuta il 29 ottobre in ospedale per emorragia interna a seguito di una caduta durante un allenamento in Alto Adige. L’incidente sarebbe quindi frutto soltanto di una tragica fatalità: le verifiche sulla dinamica e sul tracciato, la presenza del casco e i rapidi soccorsi, seppur vani, sono tutti elementi che hanno portato al rilascio del nulla osta per il funerale, che si terrà il 31 ottobre a Giaveno.
- Morte di Matilde Lorenzi, escluse responsabilità penali
- La dinamica dell'incidente di Matilde Lorenzi
- Nessuna irregolarità sulla pista e nei soccorsi
Morte di Matilde Lorenzi, escluse responsabilità penali
Non emergono quindi elementi che suggeriscano ipotesi di reato, per la Procura di Bolzano, in merito alla morte della giovane sciatrice Matilde Lorenzi. Escluse eventuali responsabilità penali, su segnalazione dei carabinieri di Senales, è stata dunque avviata un’indagine esplorativa “per atti non costituenti reato”.
Dalle verifiche condotte sul tragico incidente, i carabinieri hanno cercato di ricostruire nei dettagli quanto accaduto alla sciatrice 19enne, scomparsa martedì 29 ottobre all’alba presso l’ospedale di Bolzano.
Al centro Matilde Lorenzi
Dopo una notte di interventi disperati da parte del personale medico, la giovane è deceduta a causa di un’emorragia interna, sviluppatasi in seguito alla caduta drammatica.
La dinamica dell’incidente di Matilde Lorenzi
La pista sulla quale si stava allenando Matilde Lorenzi, in un test di slalom gigante, è considerata relativamente semplice. Durante una curva a destra, un improvviso allargamento degli sci, causato dall’impatto del suo braccio con una porta, le avrebbe tolto il controllo sugli stessi.
L’incidente è avvenuto in una zona quasi pianeggiante, alla fine di un breve tratto più ripido, ma la caduta facciale sul ghiaccio è stata devastante, anche se la sciatrice indossava il casco.
In un istante, uno dei sistemi di attacco degli sci si è sganciato, un meccanismo di sicurezza progettato per proteggere le ginocchia. Tuttavia, Matilde è finita fuori pista, fermandosi in una zona innevata e non battuta dai gatti delle nevi, caratterizzata da neve naturale e protetta solo da reti.
La sciatrice, in base a quanto ricostruito, non ha colpito alcun ostacolo durante la caduta, ma è stato l’impatto con il terreno estremamente compatto a rivelarsi letale.
Nessuna irregolarità sulla pista e nei soccorsi
I primi rilievi dei carabinieri di Senales non hanno evidenziato problemi nel tracciato: il pendio, frequentato quotidianamente da atleti internazionali, era ben delimitato da porte e protezioni in posizione regolare. La pista è già stata riaperta martedì mattina e utilizzata per gli allenamenti.
I soccorsi, a loro volta, sono stati tempestivi. Matilde è stata immediatamente assistita dagli allenatori della Nazionale (squadra C) e dai carabinieri del Centro addestramento di Selva di Val Gardena. Anche il trasporto in elicottero verso l’ospedale è stato rapido.
Non essendoci quindi elementi ostativi, giovedì 31 ottobre si terranno i funerali della sciatrice a Giaveno, nel suo Piemonte. Attraverso il manifesto funebre, la famiglia ha annunciato che Matilde sarà sepolta nel cimitero di Valgioie. Anziché fiori, i familiari hanno chiesto una donazione per sostenere un progetto commemorativo in suo nome.