Morta dopo operazione a un neo, arrestati santone e medico
Sui due pende l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci
Una giovane donna è deceduta lo scorso ottobre al San Martino di Genova dopo un’operazione a un neo, che le è stato asportato senza i necessari accertamenti istologici. Secondo quanto riporta l’Ansa, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di incapaci un medico dell’ospedale di Manerbio e il presidente di un centro olistico.
Le indagini
L’intervento sarebbe stato effettuato, secondo le indagini, su un tavolo della cucina e senza alcuna anestesia, nell’agriturismo gestito dal “santone”. In seguito all’asportazione del neo, si sarebbero sviluppate delle metastasi. Alla vittima erano state prescritte “tisane zuccherate e meditazione” dal medico e il santone, e anche dopo la comparsa del primo linfonodo non sarebbe stata opportunamente indirizzata “verso specifiche cure mediche”.
La vittima aveva metastasi diffuse
Alla comparsa del secondo linfonodo, i due avrebbero detto alla donna che era “segno della risoluzione del conflitto” e che “stava drenando la parte tossica”. Di lì a poco le condizioni della ragazza sarebbero peggiorate al punto da richiedere un trasferimento in ospedale, dove i medici hanno rilevato “diffuse metastasi” trasferendola poi al San Martino di Genova, dove è morta il 9 ottobre 2020.
Secondo quanto riporta l’Ansa, la vittima era completamente assorbita dall’ambiente del centro olistico gestito dal santone, a cui era molto devota. Tra gli indagati nella vicenda c’è anche una psicologa per concorso in violenza sessuale e circonvenzione di incapace.