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Misure Covid, Viola: "Nessuna possibilità di riaprire ad aprile"

Covid, l'immunologa Antonella Viola contro le riaperture e favorevole alla zona arancione e rossa in tutta Italia per il mese di aprile

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Antonella Viola, direttore scientifico dell’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza di Padova e immunologa, nel suo intervento lungo le colonne se La Stampa, allontana l’idea delle riaperture a breve. “Finché il conto dei morti sarà così pesante e i nostri ospedali così intasati, non c’è alcuna possibilità di allentare le misure di contenimento dell’infezione”, spiega, aggiungendo che “la campagna di vaccinazioni non decolla, un po’ per la mancanza di vaccini ma anche per alcune scelte sbagliate”.

L’esperta pone attenzione sul “numero di morti troppo alto” e sugli ospedali che continuano ad essere “sotto pressione”. Quindi snocciola i dati relativi alle vaccinazioni, ricordando che “l’Italia ha vaccinato solo il 46% degli over 80, contro il 94% dell’Irlanda, l’84% della Finlandia, l’82% della Svezia e il 74% del Portogallo”.

E ancora: “Se guardiamo alla fascia dai 70 ai 79 anni, la situazione è drammatica. Solo il 5% degli italiani che hanno questa età, e che sono a rischio Covid severo, sono stati vaccinati. La Finlandia è quasi al 40% mentre la Francia segue con il 33,5%”.

“La scelta di vaccinare per categorie lavorative piuttosto che per rischio clinico la stiamo pagando in termini di vite perse, di terapie intensive sovraffollate e, naturalmente, di restrizioni prolungate. Non possiamo – prosegue Viola – permetterci di lasciar circolare il virus perché, così facendo, con la popolazione fragile non ancora protetta, assisteremmo a un ulteriore aumento di decessi e ricoveri“.

In questi giorni, a livello governativo, è andato in scena un botta e risposta tra i cosiddetti chiusuristi e aperturisti. Particolarmente distanti le posizioni di Salvini e del ministro Speranza, che non smette di predicare cautela. Per l’immunologa “non c’è scontro tra ‘rigoristi e aperturisti’ che tenga. I dati scientifici e l’esperienza degli ultimi mesi ci dicono che le zone gialle non riescono a contenere l’epidemia, e invece, in questo momento, è necessario contenere”.

“E, se l’argomento decessi e ricoveri non è sufficiente a convincere chi chiede riaperture subito – aggiunge l’esperta -, è necessario ricordare quanto gli esperti ricordano da tempo e cioè che è necessario tenere molto bassa la circolazione del virus mentre si procede con una vaccinazione di massa, pena lo sviluppo di varianti resistenti ai vaccini. Ecco da dove nasce la scelta di mantenere l’Italia in ‘rosso e arancione” fino al 30 aprile’.

“L’accordo con i medici di famiglia e con i farmacisti è un’ottima notizia. Più semplice sarà l’accesso alla vaccinazione e più strutture saranno in grado di offrirla, tanto meglio sarà per tutti. Ma – conclude Viola su La Stampa – bisogna necessariamente ripartire dal metodo, perché il ritorno alla normalità in tempi rapidi passa necessariamente attraverso la vaccinazione delle persone più fragili”.

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