Minacce a Silvia Romano, al vaglio un post di Vittorio Sgarbi
L'antiterrorismo ha sentito la cooperante liberata sabato scorso anche in merito a un post di Sgarbi
“Serena” nonostante le minacce: così si è dichiarata Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata sabato scorso in Somalia. Nel pomeriggio di oggi, come riporta Ansa, è stata sentita dal responsabile dell’antiterrorismo di Milano Alberto Nobili che coordina l’indagine affidata al Ros.
L’indagine, al momento, prevede la raccolta e il vaglio di tutti i messaggi minatori, non solo i post sui social ma anche alcune lettere. Sentita anche la madre della ragazza.
Sia Silvia Romano che la madre hanno spiegato che, nonostante le intimidazioni ricevute, si sentono tranquille, serene, compatibilmente con la situazione che soprattutto la giovane sta vivendo in queste ore.
Gli inquirenti dovranno ora verificare anche se alcuni messaggi possano essere riferibili a gruppi di estrema destra. Per questo motivo gli investigatori raccoglieranno e analizzeranno tutti i post e le lettere.
È rientrata poco dopo le 18 nel suo appartamento in via Casoretto Silvia Romano, accompagnata dalla madre, dopo esser stata sentita dal responsabile dell’antiterrorismo di Milano Alberto Nobili. Vestita con un velo a righe multicolore, ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Al vaglio dei pm di Milano, che indagano sugli insulti e sulle minacce a Silvia Romano, c’è anche un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la giovane “va arrestata” per “concorso esterno in associazione terroristica”.
Ha parlato del post, tra l’altro, la stessa 24enne nell’audizione di oggi pomeriggio, come persona offesa, davanti al pm di Milano Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo, e agli investigatori del Ros dei carabinieri.