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Milano, Sala contro Bernando sull'antifascismo: il botta e risposta

Le parole del candidato del centrodestra alle comunali di Milano hanno provocato la reazione del sindaco Sala

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Non distinguo le persone tra fasciste e antifasciste, ma solo in base all’esperienza e la competenza. Falcone e Borsellino sono due eroi della nostra nazione e non solo” ha detto così il candidato sindaco di Milano del centrodestra, Luca Bernardo, commentando il caso Durigon, il sottosegretario della Lega che ha proposto di intitolare al fratello di Benito Mussolini il parco di Latina attualmente dedicato ai due magistrati vittime della mafia.

Come riportato da Repubblica, il candidato alle elezioni comunali del capoluogo meneghino, in un incontro con i commercianti al centro commerciale nell’area dell’ex Portello, ha risposto così alla domanda se si definisse antifascista: “Se vogliamo fare una lezione di semantica, possiamo anche farla dato che sono anche docente universitario, ma credo che la mia storia parli da sola. Non distinguo le persone in base al colore o alle idee politiche, ma in base alla competenza e all’esperienza. Non mi definisco né A, né B o Z, ma un cittadino aperto, liberale e grato alla che i nostri nonni hanno conquistato libertà tanti anni fa“.

Milano, Sala contro Bernando sull’antifascismo: cosa ha detto il sindaco di Milano

Le sue parole hanno scatenato la polemica immediata sul solco del caso Durigon, provocando la reazione dell’attuale primo cittadino di Milano Beppe Sala: “Sono convinto in modo assoluto che chi non ha il coraggio di dichiararsi antifascista non sia degno di guidare la nostra città, Medaglia d’oro della Resistenza” ha scritto il sindaco in un post su Instagram.

“Certi valori non sono mode, sono il frutto del sacrificio di nostri concittadini per garantire la democrazia contro ogni forma di dittatura. Di cui godiamo anche oggi”, ha aggiunto.

Milano, Bernardo contro Sala sull’antifascismo: cosa ha detto il candidato sindaco

In breve è arrivata la replica, via social, di Luca Bernardo. “Il mio antifascismo è nei fatti, non nelle etichette: nessuno mi può accusare di essere fascista. Il concetto era semplice e chiaro, bastava ascoltare e riportare con onestà quanto ho detto. Mio nonno, uomo alto 1,98 metri, siciliano, deceduto per infarto, si spogliò della divisa di granatiere e fece il partigiano a Bologna. Mi onoro della lunghissima amicizia con la comunità ebraica milanese. Questi sono i fatti”.

“Altro, invece, sono le accuse create ad arte, sotto l’ombrellone in riva al mare, e alimentate dalla macchina social. Da medico e uomo della società civile sono abituato ad affrontare i colpi bassi che la vita riserva, ma non ero preparato a bugie, falsità e polemiche architettate per raccattare un voto in più. La credibilità e la validità della nostra proposta amministrativa evidentemente creano disagio nei nostri competitori. Noi andiamo avanti con slancio e fiducia, con proposte concrete, nella campagna elettorale per la Milano post Covid”, ha concluso.

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