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Metamizolo nei medicinali e i rischi di agrunolocitosi per chi assume questi antidolorifici: la nota dell'Aifa

La nota diffusa dall'Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, su metamizolo e agrunolocitosi: quali sono le misure da adottare per non correre rischi

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L’Aifa ha diffuso una nota sui medicinali contenenti metamizolo e sulle misure da porre in atto per minimizzare gli “esiti gravi” del rischio di agrunolocitosi. L’Agenzia Italiana del Farmaco aveva avviato una revisione dell’antidolorifico metamizolo nel mese di giugno 2024, proprio allo scopo di esaminare il rischio di agranulocitosi (improvviso calo dei globuli bianchi che può portare a gravi infezioni) e le misure per ridurlo al minimo.

Metamizolo e agrunolocitosi: cosa devono sapere i pazienti

Nella giornata di lunedì 9 dicembre l’Aifa ha diffuso una nota che illustra le “importanti misure” necessarie a “minimizzare gli esiti gravi del rischio noto di agranulocitosi“. Nel comunicato si legge che i pazienti trattati con medicinali che contengono metamizolo devono essere informati sui “sintomi precoci suggestivi di agranulocitosi”, tra i quali figurano “febbre, brividi, mal di gola e piaghe dolorose delle mucose, in particolare bocca, naso e gola o nelle regioni genitali o anali”.

I pazienti devono anche essere informati sulla necessità di mantenere “alta” l’attenzione sui sintomi citati in precedenza, che possono manifestarsi “in qualsiasi momento durante il trattamento”, anche “poco dopo l’interruzione” del trattamento stesso. Allo stesso modo è necessario che i pazienti siano informati sulla necessità di interrompere il trattamento e di rivolgersi immediatamente al medico nel caso in cui vengano sviluppati questi sintomi.

MetamizoloFonte foto: iStock

Il metamizolo è un derivato del pirazolone.

Le altre misure su metamizolo e agrunolocitosi indicate dall’Aifa

Nella sua nota, l’Aifa ha precisato, inoltre, che, nel caso in cui il metamizolo venga assunto per la febbre, alcuni sintomi di una agranulocitosi emergente potrebbero “passare inosservati”. I sintomi, inoltre, possono essere mascherati “nei pazienti in trattamento con terapia antibiotica”.

Se si sospetta agranulocitosi, ha sottolineato ancora l’Aifa, è necessario “eseguire immediatamente un emocromo completo (inclusa formula leucocitaria)” e interrompere il trattamento in attesa dei risultati. In caso di conferma di agranulocitosi, non bisogna reintrodurre il trattamento.

In base a un’altra indicazione dell’Aifa, il monitoraggio di routine dell’emocromo nei pazienti trattati con medicinali che contengono metamizolo “non è raccomandato”.

L’Aifa ha spiegato, infine, che il metamizolo è “controindicato nei pazienti con un’anamnesi di agranulocitosi indotta da Metamizolo (o da altri pirazoloni o pirazolidine), con compromissione della funzionalità del midollo osseo o con malattie del sistema emopoietico”.

Cosa sono il metamizolo e l’agrunolocitosi

Nella nota diffusa dall’Aifa il 9 dicembre, che segue quella di giugno in cui si annunciava l’inizio della revisione dell’antidolorifico, è spiegato cosa sono il metamizolo e l’agrunolocitosi.

Il primo è “un derivato del pirazolone, appartenente al gruppo degli analgesici non oppioidi”. Ha “potenti proprietà analgesiche, antipiretiche e spasmolitiche” ed è “indicato per il trattamento di alcuni tipi di dolore e febbre”, come è specificato nelle informazioni sul prodotto di ciascun medicinale che contiene metamizolo.

L’agrunolocitosi, invece, è un “effetto collaterale noto” dei medicinali che contengono metamizolo, che comporta una “diminuzione improvvisa e marcata del numero di granulociti” e che può portare a “infezioni gravi o fatali“.

 

 

metamizolo medicinali agrunolocitosi Aifa Fonte foto: iStock
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