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Mercurio nel tonno in scatola: qual è la marca che ne ha di più e com'è la situazione in Italia

Una nuova inchiesta rivela che molte marche di tonno in scatola presentano nei propri prodotti livelli di mercurio ben oltre il limite consentito

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In una nuova inchiesta della Ong Bloom sono state testate scatolette di tonno provenienti da diversi Paesi europei, con risultati sorprendenti e preoccupanti: tutto il tonno è contaminato da mercurio, che supera i limiti consentiti dalla legge in oltre metà dei prodotti.

Mercurio nel tonno in scatola

Un’inchiesta recente, condotta dalle Ong ambientaliste Bloom e Foodwatch, ha rilevato livelli pericolosi di mercurio nel tonno in scatola venduto in diversi Paesi europei, tra i quali l’Italia.

Da tempo si parla della presenza di mercurio in questi prodotti, tanto che il discorso sembrava quasi normalizzato, come a dire “è normale che ci sia”. La nuova inchiesta afferma però che il problema esiste, ed è ben lontano da essere una cosa da niente.

tonno mercurio
Secondo una recente indagini, almeno una scatoletta su due di tonno contiene livelli di mercurio oltre i limiti consentiti

L’inchiesta ha coinvolto 148 scatolette di tonno provenienti da Germania, Inghilterra, Spagna, Francia e Italia, fatte testare da un laboratorio indipendente. Il 100% del campione è risultato contaminato da mercurio, e più di una lattina su due testata (57%) supera il limite massimo di mercurio applicato ad altre specie ittiche (0,3 mg/kg).

La pressione delle lobby

Come spiegato da Bloom nel rapporto dell’inchiesta, esiste una consapevolezza su questi dati da parte di autorità pubbliche e lobby del tonno, che hanno però deciso di favorire gli interessi economici della pesca industriale rispetto al benessere dei consumatori.

“Queste pressioni ciniche hanno portato alla fissazione di una soglia di mercurio ‘accettabile’ tre volte più alta per il tonno rispetto ad altre specie ittiche come il merluzzo – viene spiegato nel report – senza che ci fosse la minima giustificazione sanitaria per una soglia differenziata”.

“La contaminazione autorizzata da mercurio nel tonno non è stata fissata arbitrariamente: corrisponde ai livelli più alti di contaminazione riscontrati nel tonno. In altre parole, la soglia di pericolosità non è stata fissata con l’obiettivo di tutelare la salute umana ma solo gli interessi finanziari dell’industria del tonno” continua poi il documento.

La marca di tonno peggiore

Un’accusa quindi molto grave, dato che “l’ingestione regolare di metilmercurio rappresenta – anche in piccole quantità – un grave pericolo per la salute, in particolare (ma non solo) per lo sviluppo cerebrale dei feti e dei bambini piccoli”. Pericoli che, secondo il report, vengono ignorati per favorire la commercializzazione del prodotto.

“Per definire i livelli massimi di mercurio nel tonno non viene utilizzato alcun metodo che tenga conto delle conseguenze sulla salute di adulti e bambini. Le autorità pubbliche europee scelgono un approccio in totale contrasto con il dovere di tutela della salute pubblica: partono dalla reale contaminazione da mercurio del tonno per stabilire una soglia che ne garantisca la commercializzazione al 95%”.

Il limite massimo della presenza di mercurio nelle specie ittiche che devono essere vendute è di 0,3 mg/kg. Delle marche testate, una aveva una concentrazione di ben 3,9 milligrammi per chilo di tonno: una marca non italiana, la “Petit Navire”, per la quale è stato già chiesto il ritiro alle autorità competenti.

spesa-123rf Fonte foto: iStock
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