Mercati, lo spread torna ai massimi: cosa significa e qual è la differenza con le crisi del passato
Lo spread è tornato a toccare i massimi dal 2018 dopo la decisione della Bce di alzare i tassi: ecco perché ora l'impennata può fare meno paura
L’incubo spread piomba ancora sull’Italia. Nella giornata di venerdì 10 giugno, lo spread fra Btp e Bund è arrivato a 225 punti. Non raggiungeva questo livello dal febbraio 2014 ed è superiore a quanto registrato anche nel 2018. A pesare, secondo gli esperti, sono i numeri dell’inflazione americana e, soprattutto, l’ufficialità del primo rialzo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea.
- Il centro-destra contro Lagarde
- Perché oggi fa meno paura (secondo JP Morgan)
- La fine del Quantitative easing
Il centro-destra contro Lagarde
L’impennata dello spread fa discutere le forze di governo. Secondo il coordinatore nazionale di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, Antonio Tajani, la scelta della presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, di aumentare i tassi d’interesse “penalizza l’economia” in un momento già molto difficile per l’Europa.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, si dichiara molto preoccupato per la situazione economica del Paese, spiegando che lo “spread è ai massimi”, c’è l’inflazione, e la benzina è a 2 euro e 20 in autostrada. Ci aspettano, ha rimarcato, mesi drammatici, con la guerra in corso ad aggravare la situazione.
Il ministro Renato Brunetta si augura invece che il premier Mario Draghi scenda fortemente in campo contro le “politiche assurde” che Lagarde, alla guida della Bce, sta attuando. Scelte che, a suo dire, stanno penalizzando fortemente l’Italia.
Perché oggi fa meno paura (secondo JP Morgan)
Secondo alcuni esperti, oggi l’Italia ha tuttavia più strumenti, rispetto al passato, per affrontare l’impennata dello spread. Ne è convinto Myles Bradshow, Capo delle strategie globali aggregate del Reddito Fisso di JP Morgan Asset management, che in alcune dichiarazioni rilasciate al Sole24Ore, afferma che, rispetto alle crisi del passato, questa volta l’Italia può sopportare più a lungo un aumento dello spread tra BTp e Bund. Motivo? “Ha le spalle più larghe”.
Secondo Bradshow, infatti, oggi il sistema bancario italiano è molto più forte. Le crisi degli anni passati hanno costretto gli istituti di credito a rafforzare il patrimonio, per cui oggi sono sufficientemente forti per sostenere un aumento dello spread.
La presidente della BCE, Christine Lagarde
La fine del Quantitative easing
L’obiettivo della Bce è far tornare l’inflazione al 2 per cento nel medio periodo, nel momento in cui le nuove proiezioni indicano un tasso di incremento dei prezzi annuo del 6,8 per cento nel 2022. Rispondendo alle domande dei giornalisti, Christine Lagarde ha chiarito che questa decisione non arriva come singolo step ma “fa parte di un percorso di normalizzazione della politica monetaria” che, come Bce, “abbiamo intrapreso da dicembre”.
Una road map che prevede, appunto, la fine del Quantitative easing, ossia dell’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce.