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Meningite: cos'è, quali sono i sintomi, le cause e come proteggersi da questa malattia

Provocata da batteri o virus, nelle sue forme più gravi la meningite può avere un decorso fatale nel giro di poche ore: ecco i vaccini consigliati

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La meningite è un’infiammazione in forma acuta delle meningi, le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. La malattia può avere un’origine virale o batterica. La prima forma, quella infettiva, viene generalmente causata da virus, batteri o funghi.

Oltre a essere la più diffusa, la meningite virale è anche quella meno grave. Ha invece conseguenze molto più serie la meningite di origine batterica, che tuttavia, come spiegano gli esperti dell’Istituto Humanitas, è anche la più rara.

Cos’è la meningite: differenze tra batterica e virale

La forma batterica di meningite può essere causata da diversi agenti batterici. La Neisseria meningitidis (meningococco) è tra quelli più temuti. Gli altri batteri all’origine della malattia, che provoca un’infiammazione delle meningi, sono lo Streptococcus pneumoniae (pneuomococco), l’Haemophilus influenzae tipo b (emofilo).

Tuttavia, nei neonati la meningite batterica è provocata generalmente dallo Streptococco di gruppo B, dall’Escherichia coli e dalla Listeria monocytogenes.

I virus che possono causare la meningite nella sua forma meno grave (e più comune) sono: l’herpesvirus, l’enterovirus e l’influenza.

Quali sono i sintomi della meningite

La meningite è una malattia che può colpire indipendentemente dall’età, ma è più frequente tra neonati e bambini e, più in generale, tra le persone con sistemi immunitari deboli, come anziani e malati. I primi sintomi della meningite possono essere aspecifici, cioè non direttamente correlati a questa particolare malattia.

Inizialmente la meningite può causare sonnolenza, mal di testa e inappetenza. Dopo 2-3 giorni il decorso peggiora fino a provocare nausea e vomito, febbre, pallore e fotosensibilità. Nei neonati viene anche riscontrato un rigonfiamento della fontanella anteriore.

Meningite vaccinoFonte foto: iStock
I vaccini sono l’arma più efficace per contrastare la meningite

Meningite, le possibili conseguenze

Se le meningiti virali, solitamente, vengono superate in 7-10 giorni senza conseguenze gravi e con una terapia di supporto, quelle batteriche possono avere decorsi molto più gravi.

La meningite da meningococco, in particolare, può portare a una sepsi fulminante con il peggioramento delle condizioni in poche ore e decorso potenzialmente fatale per il paziente. Le forme batteriche di meningite, spiegano dall’Istituto Humanitas, possono provocare la morte o causare danni permanenti.

Come si trasmette la meningite e quali sono i vaccini disponibili

La malattia si trasmette per via respiratoria da un soggetto all’altro, tramite le goccioline di saliva e le secrezioni nasali. Tuttavia, il contagio richiede contatti molto stretti e prolungati e l’esposizione ai patogeni non sempre porta alla malattia.

Il vaccino è senza dubbio l’arma più efficace per prevenire la forma più grave di meningite, quella batterica. La malattia provocata dai tre batteri principali viene contrastata con la somministrazione di altrettanti vaccini già in uso: il vaccino coniugato contro l’Haemophilus influenzae tipo b, incluso nell’esavalente; il vaccino eptavalente coniugato contro lo Pneumococco; il vaccino coniugato contro il Meningococco diretto contro il tipo C.

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