Meloni rompe il silenzio sul caso Ilaria Salis, la premier in colloquio telefonico con Orban
Giorgia Meloni al telefono con l'alleato ungherese Victor Orban per discutere del caso Ilaria Salis
Dopo le immagini che mostrano Ilaria Salis scortata in tribunale con catene a mani e piedi, la premier Giorgia Meloni rompe il silenzio sul caso della cittadina italiana detenuta in Ungheria. Palazzo Chigi riferisce un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban.
- Meloni fa leva su Orban
- Pressing sul governo dopo i video di Ilaria Salis in catene
- Il timore di trasformarlo in un caso politico
Meloni fa leva su Orban
In vista del Consiglio Ue straordinario del 1° febbraio, si apprende da una nota di Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban.
“Il Presidente del Consiglio ha altresì, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese, portato l’attenzione del primo ministro Orban sul caso della nostra connazionale Ilaria Salis”.
In aula con catene a mani e piedi
Anche Meloni si inserisce dunque all’interno della strategia diplomatica avviata dal vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha avuto un colloquio con l’omologo ungherese Peter Szijjarto.
Pressing sul governo dopo i video di Ilaria Salis in catene
L’iniziativa di Giorgia Meloni arriva dopo una lunga giornata di pressing sul governo da parte di opposizioni e opinione pubblica.
Fino a oggi, la premier non si era mai espressa sul Ilaria Salis e, secondo quanto riferito ad Ansa, non vi era in programma alcun bilaterale sul caso tra Meloni e Orban.
Sembra siano state le immagini della detenuta arrivata in tribunale per la prima udienza con catene alle mani e ai piedi a spingere il Presidente del Consiglio a tirare fuori la questione con l’alleato ungherese.
Il timore di trasformarlo in un caso politico
La nota rilasciata da Palazzo Chigi sottolinea il “pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ungherese”.
Le azioni diplomatiche della premier si pongono dunque in linea con quelle avviate dal vicepresidente Antonio Tajani che, pur parlando di “trattamenti inammissibili”, limita le colpe del governo ungherese:
Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo, ma la magistratura.