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Mauro Romano, dubbi sul ritrovamento: la foto del piccolo sceicco

Alcune fotografie postate sui social dalla famiglia Al Habtoor lascerebbero pensare che lo sceicco non è Mauro Romano, scomparso in Puglia nel 1977

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Sul collegamento tra Mauro Romano, il bambino scomparso nel 1977 in Puglia, e il businessman Mohammed Al Habtoor c’è più di qualche ombra. A cominciare da alcune fotografie postate su Instagram non soltanto dall’uomo chiamato direttamente in causa da Bianca Colaianni, mamma di Mauro Romano, ma anche caricate sui social dal magnate arabo Khalaf Al Habtoor, padre di Mohammed. Naturalmente non si tratta di prove definitive: un’evidenza inoppugnabile sarebbe solo la prova del DNA, che però la famiglia Al Habtoor per il momento rifiuta di fornire. Le foto inoltre non sono gli unici elementi che inducono a domandarsi se gli sforzi investigativi della madre, per quanto comprensibili e rispettabili, non siano tuttavia male indirizzati.

Nello specifico, si tratta di tre scatti caricati sul profilo Instagram di Mohammed Al Habtoor, dal 2013 al 2016. In particolare nel primo, in ordine cronologico, si può osservare il volto di un bambino molto piccolo, sicuramente più giovane di sei anni e mezzo, l’età che aveva Mauro Romano quando è stato portato via alla famiglia residente a Racale, in provincia di Lecce. Il protagonista del primo piano, stando a quando scritto nella didascalia dal titolare dell’account ufficiale, è lo stesso Mohammed (in calce è scritto “me”, che in inglese significa “io”).

I dubbi che queste foto gettano sulle tappe della vicenda naturalmente colpiscono e l’analisi potrebbe estendersi ad almeno un’altra foto, anch’esse caricata sul web dall’imprenditore 52enne. Vi compare Mohammed da bambino. Colpisce la diversità d’aspetto tra i ritratti del piccolo rampollo della famiglia Al Habtoor e quello di Mauro Romano nelle ultime foto scattate prima della scomparsa. Va sottolineato che il materiale reso pubblico dal magnate del settore alberghiero dovrebbe essere stato falsificato ad arte perché la versione di Bianca Colaianni, supportata dal suo avvocato, Antonio La Scala, regga.

C’è poi una fotografia ancora, proveniente da una fonte diversa, in cui compare Mohammed nei suoi anni da bambino. Si tratta del ritratto di famiglia postato su Facebook dal padre Khalaf, self-made man libanese, che nella sua vita ha accantonato la vastissima fortuna degli Al Habtoor. Nella didascalia, scritta in inglese e arabo, si legge: “Mentre poso per un foto con i miei figli: portando (in braccio, ndr) la mia seconda figlia Amna, con la mia mano sulle spalle di Rashid. Vicino a lui Noura e Mohammed; in Libano durante la fine degli anni Settanta”. Non è chiaro in che anno, di preciso, sia stata scattata l’immagine. Di certo, tra Mohammed, in basso a sinistra nella foto, e Mauro Romano, le differenze superano le similarità. L’italiano, tanto per dirne una, ha i capelli biondi. Mohammed invece è bruno, come tutti i componenti della sua famiglia.

L’immagine è stata mostrata anche durante la diretta del programma tv, “Chi l’ha Visto”, in onda mercoledì in prima serata su Rai 3, condotto da Federica Sciarelli. A far sfoggio dell’ancora sconosciuta fotografia è stata un’avvocatessa di Abu Dhabi, vicina alla famiglia Al Habtoor. Stefania Franchini, questo il suo nome, ha portato all’attenzione degli spettatori alcuni punti, i quali dimostrerebbero che il ceo del gruppo Al Habtoor non sarebbe Mauro Romano da adulto. Si è trattato, innanzitutto, del celebre ritratto di famiglia, che la donna pesca dalla biografia del capostipite della dinastia, Khalaf (il titolo è Khalaf Ahmad Al Habtoor: The Autobiography, volume inedito in Italia). È lo stesso scatto reperibile su Facebook, solo tagliato a figura intera. In onda su “Chi l’ha Visto”, la donna nota come, effettivamente, non ci sia somiglianza tra Mauro e Mohammed bambini.

Franchini inoltre sottolinea che gli Al Habtoor sono musulmani. Quindi sarebbe possibile, per gli uomini, avere più di una moglie: “Se Khalaf avesse voluto dei figli avrebbe potuto averli con la prima, la seconda, la terza o la quarta moglie”, è il ragionamento dell’avvocatessa, secondo cui non ci sarebbe stata ragione di commissionare o eseguire direttamente un furto di un minore in Italia. Tanto più che (è questo il terzo punto) un bambino figlio di genitori non musulmani sarebbe da considerarsi infedele. Insomma, pur volendo prendere in considerazione la pista del rapimento, per gli Al Habtoor un bambino musulmano sarebbe stato preferibile a un minore nato in una famiglia di fede non musulmana.

Nelle numerose informazioni disponibili online non soltanto sul conto di Mohammed, ma riguardanti anche il padre, Khalaf, possono essere trovati altri spunti per alcune verifiche incrociate. Su Wikipedia, ad esempio, l’anno di nascita di Mohammed Al Habtoor è il 1968. Quando è scomparso da Racale, il piccolo Mauro aveva 6 anni e mezzo. Quindi, stando a quanto pubblicamente dichiarato sull’enciclopedia universale, i due non sarebbero coetanei.

La storia di Mauro Romano, perché mamma Bianca è convinta che il figlio scomparso sia uno sceicco

Il caso di Mauro Romano risale al 21 giugno del 1977. A Racale, in provincia di Lecce, Puglia, il bambino scompare nel nulla. Anni dopo, i sospetti ricadono su un barbiere del paese, che il piccolo conosceva, e al quale si rivolgeva con il nomignolo affettuoso di “zio”. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’uomo, 79 anni, avrebbe fatto salire Mauro a bordo del suo veicolo (un Apecar) per consegnarlo ad alcuni sconosciuti. Il soggetto è attualmente solo indagato, sulla sua posizione pende la decisione del gip che dovrà esprimersi sul rinvio a giudizio. Nei confronti del colpevole, la famiglia avrebbe chiesto un risarcimento milionario.

Nel frattempo non c’è stato nessun ritrovamento del piccolo Mauro. Mamma Bianca sostiene di averlo avvistato sulle pagine di una rivista di gossip, in un servizio fotografico dedicato a Manuela Arcuri e Mohammed Al Habtoor. È il 2008. Il primo riconoscimento nel 1999. L’ultimo dopo le note vicende, molto seguite, del possibile ritrovamento, rivelatosi poi infondato, di Denise Pipitone.

Ad attirare l’attenzione della donna, il particolare di due cicatrici. Sia il magnate, sia il bambino scomparso, presenterebbero un segno sul sopracciglio e un segno sulla mano. Soprattutto la ferita sull’estremità sarebbe, per la madre, e per Antonio La Spezia, avvocato della famiglia Romano, inconfondibile. “Ho fatto analizzare oltre cento foto social, e, in effetti, in più di una foto, è visibile quella cicatrice”, ha dichiarato il legale in onda a Storie Italiane. “Non è una cicatrice da taglio, ma da scottatura – ha poi continuato – l’ho fatta analizzare da persone che ne sanno ‘mille’ più di me, hanno fatto un lavoro molto certosino”.

Sul caso si sono accesi i riflettori dell’allora commissario per le persone scomparse Rino Romano, che non avrebbe avuto nessun riscontro dalle autorità di Dubai. Stesso discorso per il fratello di Mauro, che sarebbe riuscito a entrare in contatto telefonico con il businessman degli Emirati, ma a con il quale non avrebbe avuto un incontro di persona, dopo un viaggio in Medio Oriente e nonostante un appuntamento già fissato.

Chi è Mohammed Al Habtoor, lo sceicco miliardario pizzicato con Manuela Arcuri e Valeria Marini

Mohammed Al Habtoor è un businessman figlio dell’imprenditore self-made Khalaf Al Habtoor, di origini libanesi e creatore di un’immensa fortuna. Suo figlio (il secondo di quattro) ha ereditato un miliardo di dollari. Appassionatissimo di polo, ha fondato la Dubai Polo Gold Cup, divenuta la principale competizione in tutto il medio oriente dello sport praticato cavallo. Sicuramente più importante il suo ruolo nella compagnia fondata dal padre, il ricchissimo gruppo Al Habtoor con ramificazioni nel settore dell’ospitalità, nell’automotive e nel noleggio di veicoli e non solo. Della compagnia Mohammed Al Habtoor è amministratore e vice-presidente dal 2010. La cronaca rosa lo ha legato alle attrici e showgirl Manuela Arcuri e Valeria Marini e alla top model Naomi Campbell.

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