Mauro Corona ricorda la diga del Vajont e la frana su Longarone: "Abbiamo tentato di rinascere ogni mattina"
Mauro Corona ricorda la tragedia del Vajont, di cui ricorre il 60esimo anniversario, in un post su Facebook
Il ricordo del Vajont. A 60 anni dalla tragedia che distrusse tra le altre anche la cittadina di Longarone, Mauro Corona ricorda, da sopravvissuto del disastro quanto accaduto nella notte nel 9 ottobre del 1963.
Il post di Mauro Corona
Nella giornata in cui cade il 60esimo anniversario del disastro del Vajont, che nel 1963 distrusse diversi comuni a fondovalle dell’omonima vallata, tra cui la cittadina di Longarone, causando 1910 vittime.
Mauro Corona, scrittore, alpinista e personaggio televisivo, all’epoca aveva 13 anni e viveva ad Erto, uno dei paesi che si ritrovarono, dopo la costruzione della diga, sulle sponde del lago artificiale creato dal torrente Vajont.
La diga del Vajont
“Sono trascorsi 60 anni ormai. Quella notte moriva il mondo semplice, umile e laborioso della montagna. Nessun tempo cancellerà il tatuaggio del dolore inciso sulla pelle dei rimasti. Da allora abbiamo tentato di rinascere ogni mattina, da quello che restava” scrive in un post su Facebook l’alpinista.
Cosa successe 60 anni fa alla diga del Vajont
Nella notte del 9 ottobre 1963, poco dopo le 22:30, una frana si staccò dalle pareti Monte Toc, e finì nel bacino artificiale recentemente creato nella valle del torrente Vajont, al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, tramite la costruzione di una diga.
La struttura rimase intatta, ma la caduta dei massi, di un volume pari a 270 milioni di metri cubi, creò un’onda di 250 metri di altezza che tracimò , inondando la valle del Piave e i comuni di fondovalle.
La città più colpita fu l’abitato di Longarone, distrutto dalla piena, dove morirono 1450 persone. Le restanti vittime furono a Codissago, Castellavazzo e nei paesi di Erto e di Casso, gli unici che si sviluppavano sulle sponde del lago artificiale.
Il romanzo di Corona
Mauro Corona visse in prima persona la tragedia, abitando proprio nel paesino di Erto. Lo scrittore ha anche raccontato quanto accaduto in un romanzo autobiografico, Le Altalene, uscito lo scorso settembre.
“Quella notte la montagna inciampò negli ingegneri. Nei geologi, nei tecnici, nei poteri. Le fecero lo sgambetto. Non ci volle molto a cancellare vite, pascoli, boschi e culture” ha ricordato Corona in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, proprio in occasione dell’uscita del romanzo.