Omicidio di Voghera: cosa è emerso dai filmati sull'assessore leghista
I filmati hanno ripreso i movimenti di Massimo Adriatici, assessore della Lega, prima del delitto del marocchino senzatetto Youns El Boussettaoui
La videocamera di sorveglianza della chiesa di San Rocco di Voghera ha registrato il momento in cui, il 20 luglio, l’assessore comunale Massimo Adriatici ha incrociato la strada con Youns El Boussettaoui per poi seguirlo e infine puntargli addosso la pistola, colpendolo a morte in piazza Meardi, a meno di 200 metri.
Dai filmati emerge che il leghista stava andando in un’altra direzione prima di incrociare il marocchino 39enne, per iniziare a pedinarlo solo dopo averlo incontrato sulla propria strada. L’inseguimento sarebbe durato poco più di 10 minuti.
Solo intorno alle 22.33 Massimo Adriatici ha raggiungto il senzatetto, mentre parlava al telefono. Prima uno scambio tra i due, poi il politico avrebbe tirato fuori qualcosa dalla tasca destra, presumibilmente l’arma usata per compiere il delitto.
Poco dopo, si vede ancora in video, Youns El Boussettaoui gli ha sferrato un pugno e il leghista è rovinato al suolo, uscendo dal campo delle videocamere. Le registrazioni, usate inizialmente per giustificare il gesto dell’assessore dopo l’aggressione fisica, sembrerebbero però inchiodare il leghista.
Come riporta Repubblica, i legali dell’accusa spiegano che “è stato Massimo Adriatici ad aver scientemente deciso di esporsi al rischio di una lite, decidendo di pedinare un soggetto che lui stesso reputava pericoloso, e decidendo di osservarlo per oltre dieci minuti in ogni suo singolo spostamento”.
“I video dimostrano come sia stato Youns El Boussettaoui a difendersi legittimamente dal pericolo di una lesione alla propria incolumità, colpendo a mani nude l’uomo che lo aveva pedinato e osservato e che gli aveva puntato contro un’arma da fuoco”, hanno sottolineato.