Massacro a Bucha, svelati nomi dei macellai: avevano ricevuto onorificenze da Putin. Chi sono, cos'hanno fatto
La procuratrice generale di Kiev ha fatto i nomi dei presunti responsabili del massacro di Bucha, accusando il Cremlino di un diretto coinvolgimento
La procuratrice generale di Kiev, Iryna Venediktova, ha svelato su Facebook i nomi dei presunti responsabili degli orrori avvenuti nella città di Bucha, nell’oblast’ di Kiev. Qui, dopo l’occupazione russa, sono stati rinvenuti almeno 400 cadaveri abbandonati per le strade, nelle case e nelle fosse comuni.
Massacro di Bucha, i presunti responsabili premiati da Putin
Venediktova ha fornito nomi, generalità e fotografie dei cosiddetti “macellai di Bucha“, coloro che si sarebbero macchiati di indicibili atrocità nei confronti dei cittadini ucraini. Si tratta di ufficiali e sottufficiali della 64esima brigata di fucilieri provenienti dalla Siberia, a cui il presidente russo Vladimir Putin ha assegnato delle prestigiose onorificenze per il loro “eroismo”.
Per Venediktova, questa “è la prova che le atrocità di Bucha erano un compito che gestivano dall’alto”, accusando quindi il Cremlino di aver avuto un diretto coinvolgimento nel massacro.
Massacro di Bucha, la lista dei nomi dei presunti responsabili
Le autorità della Procura distrettuale di Bucha hanno quindi inserito tra i sospettati di abusi civili e altre violazioni delle leggi e dei costumi di guerra i primi dieci soldati della brigata, ovvero:
- Il sergente minore Vyacheslav Lavrentyev
- Il soldato Hryhoriy Naryshkin
- Il soldato Vasily Knyazev
- Il caporale Semyon Maltsev
- Il soldato Serhiy Peskarev
- Il soldato Albert Radnaev
- Il caporale Mykhailo Kashin
- Il caporale Andriy Bizyaev
- Il caporale Dmytro Serhiienko
- Il sergente Nikita Akimov
Massacro di Bucha, le accuse ai presunti responsabili
Venediktova precisa che i soldati sono accusati di aver “catturato civili inermi in ostaggio, averli uccisi con fame e sete, tenuti in ginocchio con mani legate e occhi bendati, derisi e picchiati”, alcuni di loro “senza motivo“.
I presunti responsabili avrebbero anche “minacciato di uccidere le vittime e persino inscenato l’esecuzione dei loro prigionieri”, riferisce sempre Venediktova.
Le fosse comuni scoperte a Bucha
I civili sarebbero stati anche derubati dei propri effetti personali, utilizzati come “trofei” dagli stessi soldati. Le successive indagini dovranno stabilire l’effettivo ruolo e il contributo di ciascuno di loro.
Per questo motivo, nel post su Facebook, la procuratrice ha invitato chiunque sia in possesso di elementi utili a fornire prove del coinvolgimento dei sospettati nelle atrocità di Bucha.