Martina Rossi, possibile svolta: l'indizio chiave in un video

Novità nel caso di Martina Rossi, la studentessa genovese morta precipitando dal balcone della camera d’albergo il 3 agosto 2011 durante una vacanza a Maiorca, in Spagna. Lo scorso giugno era stata disposta l’assoluzione di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, in precedenza accusati di presunto tentativo di violenza sessuale.

Ora, la procura generale di Firenze, con il sostituto Pg Luciana Singlitico, ha fatto ricorso in Cassazione contro l’assoluzione dei due giovani aretini dopo aver trovato un indizio chiave.

Secondo la procura generale, come riporta Ansa, nella sentenza di appello ci sarebbero “indizi non valutati”, “motivazione contraddittoria”, “valutazione frazionata e priva di logica degli indizi”, “travisazione di circostanze decisive”, tutti elementi che depongono a favore di un ricorso in Cassazione.

Residenti a Castiglion Fibocchi (Arezzo), i due giovani erano stati condannati in primo grado dal tribunale di Arezzo a 6 anni per tentata violenza di gruppo e morte come conseguenza di altro reato.

Morte Martina Rossi, il nuovo indizio chiave

Secondo il tribunale, Martina cadde dal balcone il 3 agosto 2011 mentre tentava di sfuggire a un tentativo di violenza sessuale da parte di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Il 10 giugno scorso, però, il verdetto è stato ribaltato in appello.

L’indizio chiave, che ha spinto il procuratore generale Luciana Singlitico a presentare ricorso, sarebbe un video ripreso nella questura genovese in cui Albertoni e Vanneschi esultano perché l’autopsia sul corpo della ragazza non aveva trovato segni evidenti di violenza a parte i traumi per la caduta dal balcone.

Secondo Singlitico, “non è stato inteso il senso dell’intercettazione” ma “gli imputati con quelle frasi hanno inconsapevolmente ma assai efficacemente fornito la chiave di lettura degli accadimenti, fino a quel momento nascosta”.

Fonte foto: Ansa