Marco Damilano lascia la direzione de 'L'Espresso' contro la cessione della testata: "Decisione scellerata"
Il direttore del settimanale ha dato le dimissioni a causa della decisione di cedere la testata da parte dell'editore
Il direttore de ‘L’Espresso’ Marco Damilano si è dimesso in aperto dissenso con la decisione del gruppo editoriale GEDI, definita da lui “scellerata”, di cedere la testata che ha guidato per oltre quattro anni. Lo ha annunciato lui stesso in un lungo editoriale pubblicato sul sito del settimanale, rivolto ai propri lettori per spiegare le motivazioni della sua scelta.
Marco Damilano lascia la direzione de ‘L’Espresso’ contro la cessione della testata: la lettera
“Questa mattina ho scritto una mail all’ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell’Espresso, dopo quattro anni e mezzo” ha scritto il giornalista, come premessa della lettera di saluti diretta ai lettori.
“Ho appreso della decisione di vendere L’Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio. Ho chiesto immediati chiarimenti all’amministratore delegato Maurizio Scanavino, come ho sempre fatto in questi mesi” spiega nel lungo editoriale nel quale ripercorre i 22 anni di servizio, il lavoro, i valori e il contributo del settimanale alla stampa italiana.
“L’indipendenza è uno dei valori contenuti nella carta Gedi, accanto alla coesione. Con la redazione dell’Espresso abbiamo difeso questi valori, in anni difficili, sul piano editoriale e industriale. In una situazione di crisi del mercato editoriale e con la difficoltà di far decollare la transizione digitale sempre annunciata e mai praticata. Mentre i giornali tradizionali perdono copie, lettori, peso politico, credibilità, fiducia” ha sottolineato.
Marco Damilano lascia la direzione de ‘L’Espresso’ contro la cessione della testata: l’analisi
“Si pensa di risolvere la situazione rincorrendo le nuove opportunità offerte dal digitale, come in altri parti del mondo. Anche in Italia ci sono imprese che stanno dimostrando di saper affrontare con successo le sfide della transizione. Ma non si può farlo immaginando di perdere la propria identità” si legge in uno dei passaggi dell’articolo.
“È una scorciatoia che disorienta il pubblico e che prima o poi si dimostra illusoria” sostiene Damilano. “Gedi è nel cuore di questa crisi. In un gruppo che aveva sempre fatto della solidità, della stabilità e della continuità aziendale ed editoriale il suo modo di essere, soltanto durante la mia direzione si sono alternati due gruppi proprietari, due presidenti, tre amministratori delegati, tre direttori di Repubblica. E ora si vuole far pagare al solo Espresso l’assenza di strategia complessiva” scrive ancora l’ex direttore.
L’ex direttore de L’Espresso, Marco Damilano
Damilano racconta dei mesi di indiscrezioni circolate attorno alla cessione del settimanale, che, secondo lui, avrebbero provocato un grave danno alla testata.
“Non mi sono mai nascosto le difficoltà. Ho più volte offerto la mia disponibilità in prima persona a trovare una soluzione per L’Espresso, anche esterna al gruppo Gedi, che offrisse la garanzia che questo patrimonio non fosse disperso – scrive. Ma le trattative sono proseguite senza condivisione di un percorso, fino ad arrivare a oggi, alla violazione del più elementare obbligo di lealtà e di fiducia.”
“La cessione dell’Espresso, in questo modo e in questo momento, rappresenta un grave indebolimento del primo gruppo editoriale italiano” è la posizione di Damilano.
Marco Damilano lascia la direzione de ‘L’Espresso’ contro la cessione della testata: il saluto ai lettori
“Mi è stata offerta la possibilità di restare, ringrazio, ma non posso accettare per elementari ragioni di dignità personale e professionale. Non è una questione privata, spero che tutto questo serva almeno a garantire all’Espresso un futuro e ad aprire un dibattito serio sul ruolo dell’informazione nel nostro Paese” sottolinea infine il giornalista.
“Ho cercato sempre di fermare una decisione che ritengo scellerata” continua congedandosi dai sui lettori. “Mi sono battuto in ogni modo, fino all’ultimo giorno, all’ultima ora. Ma quando il tempo è scaduto e lo spettacolo si è fatto insostenibile, c’è bisogno che qualcuno faccia un gesto, pagando anche in prima persona. Lo faccio io. Lo devo al mestiere che amo, il giornalismo. E soprattutto lo devo alla mia coscienza” conclude Damilano.