Manovra 2024, niente taglio del cuneo fiscale per le tredicesime: per ora salta l’aumento in busta paga
Nell’ultima bozza della Manovra, salta il taglio del cuneo fiscale per le tredicesime. Delusione di chi si aspettava un aumento in busta paga
Il taglio del cuneo fiscale non avrà effetto sulle tredicesime. È quanto evidenziato nell’ultima bozza della Manovra del 2024, nella quale è spiegato che “l’esonero parziale dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti non influenzerà il rateo di tredicesima”.
La bozza della Manovra
È arrivata l’ultima bozza della legge di bilancio per il 2024, che ha portato con sé una spiacevole sorpresa per tutti quei lavoratori che speravano di vedere una busta paga aumentata, anche se in minima parte.
E invece, come spiegato nella bozza di Manovra, il taglio del cuneo prorogato anche per il 2024 dal governo Meloni non avrà effetti sulle tredicesime, con la riduzione dei contributi previdenziali a carico del lavoratore che rimane di 7 punti per chi ha una retribuzione imponibile sotto i 25mila euro annui, pari a 1.923 mensili.
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana
Riduzione di 6 punti invece per le retribuzioni imponibili fino a 35mila euro lordi, cioè 2.692 euro, sempre al netto della tredicesima. Esonero che però non ha effetti “sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore”.
Il taglio del cuneo fiscale
La Manovra voluta dal governo Meloni prevede un sostegno per le buste paga dei lavoratori con reddito inferiore a 35mila euro, con un intervento dello Stato stimato in circa 10 miliardi di euro.
Ma, come si può leggere nella bozza della legge di bilancio, “Tenuto conto dell’eccezionalità della misura, resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
La misura, sulla quale il Governo sta lavorando dall’estate e che era stata accantonata per ragioni di ordine finanziario, vale quindi al massimo un centinaio di euro in più al mese in corrispondenza dei 35mila euro lordi, cifra che cala a una sessantina di euro per chi ha una retribuzione lorda di 15mila euro.
Gli stipendi in Italia
È uscito intanto il rapporto dell’’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre CGIA sulle buste paga nel nostro Paese, con i dati retributivi del 2021. Secondo lo studio, due anni fa la retribuzione media lorda annua dei dipendenti nel privato a Milano era di 31.202 euro, a Palermo di 16.349 euro.
Uno scarto impressionante, una differenza del 90%, che aumenta se al posto del capoluogo siciliano mettiamo Vibo Valentia, comune calabrese nel quale la retribuzione media è di 11.823 euro, che porta il divario a un incredibile scarto del 164%.
La retribuzione media italiana ammontava invece a 21.868 euro. Una cifra molto distante dalla media europea, come confermato da un recente studio dell’Istat, secondo il quale i lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro l’anno in meno della media dei colleghi europei, e oltre 8 mila euro in meno della media di quelli tedeschi.