Manifesto di Giorgia Meloni a testa in giù il 25 aprile ad Aosta in piazza Arco d'Augusto: indagini in corso
Provocazione alla premier per il 25 aprile, il manifesto di Giorgia Meloni è apparso a testa in giù ad Aosta
In occasione del 25 aprile, Anniversario della Liberazione, ad Aosta è stato ritrovato un manifesto elettorale delle europee della premier Giorgia Meloni appeso al contrario, ovvero con la Presidente del Consiglio a testa in giù. Il cartellone era esposto in una delle pensiline dell’autobus in piazza dell’Arco d’Augusto. Indagini in corso per appurare la natura dolosa del gesto.
- Il manifesto di Giorgia Meloni a testa in giù
- Le provocazioni ad Aosta per il 25 aprile
- Cosa significa il gesto dell’appendere a testa in giù
Il manifesto di Giorgia Meloni a testa in giù
Nel corso dell’importante giornata del 25 aprile, mentre la premier si trovava alle celebrazioni ufficiali all’Altare della Patria, in altre città d’Italia c’è stato chi si è impegnato a provocarla.
Nella città di Aosta, in una delle piazze del centro storico, uno dei manifesti elettorali affissi in vista delle prossime elezioni europee, è stato appeso capovolto.
Il manifesto appeso al contrario di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni è stata così mostrata a testa in giù, ben adagiata sulle pareti di plexiglass di una delle pensiline degli autobus comunali.
“Ci sono accertamenti in corso per appurare se il capovolgimento del manifesto sia o meno di natura dolosa” ha affermato ai microfoni di ANSA Alberto Zucchi, presidente di Fratelli d’Italia della Valle d’Aosta.
Le provocazioni ad Aosta per il 25 aprile
Il manifesto al contrario non è stato l’unica provocazione rivolta alla premier. Le foto di Meloni appese nel resto della città sono state imbrattate con disegni e insulti.
“Un chiaro segno di intolleranza civile e politica: mi aspetto che vengano condannati dalle istituzioni valdostane” sono le parole di Zucchi.
Il presidente regionale di FI continua affermando che simili vandalismi “denotano, ancor di più nella giornata di ieri, l’intolleranza, il livore e l’avvelenamento del clima politico. Che certe frange si rifiutino di riconoscere il risultato di un voto democraticamente espresso è inaccettabile”.
Infine, Zucchi auspica “che anche le altre forze politiche dicano qualcosa in merito. Perché certi cori e peana non possono sempre e soltanto provenire quando certe cose accadono da una parte”.
Cosa significa il gesto dell’appendere a testa in giù
L’appendere a testa in giù è un riferimento a quando accaduto in Piazzale Loreto, a Milano, il 29 aprile 1945.
Quel giorno, come ritorsione di un eccidio subito dai partigiani per mano dai repubblichini, i cadaveri di Benito Mussolini e della sua amante Claretta Petacci furono appesi a testa in giù ed esposti al pubblico ludibrio.
Al giorno d’oggi, quello di appenderne foto o fantocci a testa in giù è uno dei gesti vandalici più comuni contro gli esponenti politici ritenuti nostalgici del fascismo.