Mafia, duro colpo al clan dei barcellonesi di Messina: 86 misure cautelari. Boss puntavano al Superbonus 110%
Maxi blitz all'alba tra Calabria e Sicilia: duro colpo al clan dei 'barcellonesi', con i boss che puntavano anche al Superbonus 110%
I carabinieri del comando provinciale di Messina hanno eseguito 86 misure cautelari emesse, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, nei confronti di persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante del metodo mafioso. Si tratta del potente clan dei barcellonesi di Messina.
Mafia, di cosa si occupa il clan dei barcellonesi
Il blitz è il risultato di un’indagine condotta dal 2018 a oggi, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina, sulla famiglia mafiosa dei ‘barcellonesi‘, storicamente radicata nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.
Un clan capace di esercitare un costante tentativo d’infiltrazione in attività imprenditoriali ed economia lecita, sia nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli (attraverso l’acquisizione d’imprese intestate a prestanome o imponendo, con metodo mafioso, la fornitura dei prodotti), sia nel business dei locali notturni del litorale tirrenico.
I ‘barcellonesi‘, infatti, imponevano alle discoteche, con violenza e intimidazioni, i servizi di sicurezza. Intervenivano anche per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività.
L’inchiesta ha confermato, inoltre, quanto sia ancora forte la pressione del racket su imprenditori e commercianti, così come l’interesse della cosca per lo storico business della droga.
Uno degli scatti diffusi dai carabinieri di Messina, relativo all’indagine della Procura condotta dal 2018 al 2022, che ha portato a 86 misure cautelari
Blitz a Messina, quante persone sono finite in carcere
Il maxi blitz dei carabinieri, avvenuto all’alba di martedì 22 febbraio, ha portato all’arresto di 81 persone e ad altre 5 misure cautelari tra Sicilia e Calabria.
Degli 81 arrestati, 53 sono finiti in carcere: 28, invece, sono ai domiciliari.
Sono state sequestrate tre società: una che opera nel settore immobiliare e che era utilizzata per agevolare, con appartamenti dati in affitto, l’esercizio della prostituzione, e due del settore della vendita all’ingrosso di ortofrutta.
Sequestrati anche quattro immobili – di cui due impiegati come case di prostituzione e due intestati a prestanome – e un’auto.
Il valore dei beni e delle attività sequestrate ammonta a un milione di euro.
I boss puntavano al Superbonus 110%
Il boss di Barcellona Pozzo di Gotto, Mariano Foti, aveva cercato contatti con imprenditori e politici locali come Mario Tindaro Ilacqua, dipendente della ditta Pi.esse.i. srl, che opera nel settore delle energie rinnovabili: voleva creare una rete imprenditoriale che ottenesse appalti legati al Superbonus 110%.
Il dettaglio è emerso dall’inchiesta: secondo gli inquirenti sarebbero state create le basi per una “rete commerciale” a cui affidare il compito di segnalare gli edifici su cui effettuare i lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico previsti dal Superbonus 110%.