Maddalena Corvaglia contro Imane Khelif, ma nel suo video fa un errore gigantesco sulla pugile iraniana
Maddalena Corvaglia pubblica un video gaffe a tema Olimpiadi. In questo dice, in modo velato, che Imane Khelif sia un uomo, ma non è così: l'errore
Nessun uomo sul ring, ma forse per qualcuno c’è ancora il dubbio. Sembra essere caduta in questo errore Maddalena Corvaglia, che ha deciso di pubblicare sul suo profilo un breve (ma neanche troppo) video nel quale dice senza dirlo che Imane Khelif sia un uomo. Si aggiunge così anche la voce dell’ex velina a quella di molte altre, che da giorni sono rimaste a un’informazione falsa o, per meglio dire, non completa ed errata: Imane Khelif non è un uomo e neanche una persona trans.
Il video di Maddalena Corvaglia
L’ex velina Maddalena Corvaglia usa molto i propri canali social, in particolare Instagram, sul quale conta 1,2 milioni di follower. Su questo ha pubblicato un video, che ora a molti utenti risulta oscurato, nel quale discute in maniera semplice e superficiale il tema dell’identità di Imane Khelif e di come questa abbia influenzato lo scontro olimpico con Angela Carini.
Nel video Corvaglia lascia intendere in maniera non poi così implicita che l’atleta algerina sia in realtà un uomo e che a questo sarebbe stato permesso di combattere con una donna solo perché “si sentiva un uomo”.
Imane Khelif (atleta donna algerina) che vince contro Angela Carini (atleta donna italiana)
Ci sono molteplici errori nel video, a partire dal più ovvio e ormai sotto gli occhi e nelle competenze di tutti: Imane Khelif non è un uomo.
Cosa dice su Imane Khelif?
“Se un uomo che si identifica come una donna ha il diritto di combattere alle Olimpiadi contro una donna, allora un bambino che si identifica in un adulto ha il diritto di guidare una macchina e acquistare bevande alcoliche?”, così inizia il video di Corvaglia, accompagnato da un sorriso di chi conosce la risposta alla domanda retorica.
Gli esempi di questo tipo continuano, passando per un uomo che si crede una coccinella e una bambina che si sente un labrador. Il flusso di esempi è interrotto da alcune domande come “Dove ci porterà tutto questo?” e un meno retorico “Te lo sei chiesto?”.
Conclude dicendo: “Dobbiamo fare attenzione, perché la domanda a questo punto non è più se sia giusto o sbagliato. La domanda da porsi è: quale sarà il limite? Ci sarà un limite? Prova a pensarci: non c’è un limite”. E su sfondo nero, mentre una canzone di Adele (alleata delle persone LGBTQIA+) fa da sottofondo, si legge: “Fermiamo questa follia… ora”.
Quale follia? L’errore di Corvaglia
L‘errore di Corvaglia, il primo che viene in mente, è quello di identificare Imane Khelif (che vince ancora alle Olimpiadi accedendo alle fasi successive) come un uomo sulla base di informazioni sentite online e fatte circolare dai giornali. In nessun documento ufficiale però risulta invece che l’atleta algerina sia un uomo o che si sia mai identificata come tale.
Se si prosegue oltre però, Corvaglia fa un altro errore, forse meno evidente, ovvero usa un linguaggio transfobico.
Perché un conto è il diritto di essere riconosciute con la propria l’identità (uomo, donna o non-binario), un altro è il paragonare con il sentirsi coccinella di un uomo e il suo presunto diritto di stare nel giardino altrui, per usare la frase di Corvaglia.