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Lunga lettera di Filippo Turetta ai genitori dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin: "Per me non esiste perdono"

Omicidio di Giulia Cecchettin, agli atti del processo la lettera scritta da Filippo Turetta: "Non merito perdono"

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Agli atti del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin c’è la lettera che Filippo Turetta ha scritto e indirizzato ai genitori dopo l’uccisione dell’ex fidanzata. Il documento risale al 19 novembre scorso ed è stato messo nero su bianco dallo studente nel carcere di Halle, in Germania, dove si trovava in attesa dell’estradizione dopo la sua cattura avvenuta a Lipsia da parte della polizia tedesca.

La lettera di Filippo Turetta ai genitori negli atti del processo

Come riferito dall’avvocato di difesa, Turetta, da quando si trova nel carcere di Verona, legge e scrive molto. Inoltre si sta preparando all’interrogatorio al quale intende sottoporsi il prossimo 25 ottobre davanti ai giudici della Corte d’Assise di Venezia.

Agli atti del processo c’è il suo scritto, quello indirizzato a suo padre e a sua madre.

Carabinieri carcere Verona cancelloFonte foto: ANSA/FACEBOOK GIULIA CECCHETTIN FILIPPO TURETTA
Cancello del carcere di Verona dove è detenuto Filippo Turetta

Omicidio di Giulia Cecchettin, Turetta: “Mi merito l’odio”

“Sono qui da 48 ore circa. Finora qui in Germania sono stati tutti molto professionali e bravi, nessuno mi ha picchiato e torturato. E io penso che questa sia una cosa molto positiva”. Così Turetta rivolgendosi ai genitori poco dopo la cattura.

“Ho un po’ di paura a tornare in Italia anche per questo – si legge sempre nella lettera -. Non sapevo e non avrei immaginato che sarei diventato così famoso e questo mi fa tanta paura. Ho generato tanto odio e tanta rabbia. E me lo merito. Sì… ma tutto questo è terribile, ho peggiorato il mondo in qualche modo”.

E ancora: “Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto. Non sono neanche riuscito ad uccidermi. … vivrò la mia intera vita in carcere… non potrò più laurearmi, conoscere persone, avere una famiglia e godere di quello che ho già”.

Lo studente passava poi a sottolineare che Giulia Cecchettin, per lui, era tutta la sua vita e che era la “persona più bella e speciale” che potesse mai incontrare. Eppure l’ha uccisa: “Non so perché l’ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo, lo giuro…. Vorrei tutto tornasse indietro e non fosse successo niente”.

“Non esiste perdono per quello che ho fatto a Giulia”

Turetta, nel redigere il documento, non ha fatto sconti a se stesso: “Non esiste perdono o qualcosa del genere e io non lo voglio, non lo merito. Ho rovinato la vita a tante persone, troppe, senza averci pensato prima… spero che tutto questo non influenzi la vostra vita in peggio. Spero che nessuno vi giudichi negativamente, vi guardi male, rovini la vostra situazione lavorativa o affettiva o le amicizie. Non c’entrate assolutamente niente… anzi, dovreste essere aiutati perché siete sempre stati degli ottimi genitori… mi avete sempre educato al meglio…”.

La confessione del 22enne si faceva poi ancor più amara. Turetta è arrivato a pensare che per suo padre e sua madre sarebbe stato meglio se lui fosse morto: “Capirei e accetterei se d’ora in poi volete dimenticarmi e rinnegarmi come figlio… e probabilmente sarebbe la scelta migliore per la vostra vita. Io stesso non so se ho ancora il coraggio di farmi vedere da voi… Penso che probabilmente sarebbe meglio un figlio morto che un figlio come me…”.

Turetta: “Se avessi il bottone del suicidio istantaneo, lo premerei”

“Ve lo giuro – proseguiva lo studente dal carcere di Halle -, se solo avessi qui con me il pulsante del suicidio istantaneo non esiterei a premerlo… in questi giorni non volevo fuggire o scappare o altro. Desideravo solamente riuscire a uccidermi in qualche modo. Sono un codardo e debole e purtroppo non ce l’ho fatta. Ho provato a soffocarmi con un sacchetto di plastica in testa ma all’ultimo l’ho strappato. Volevo fare un incidente mortale, un frontale contro un muro o albero, che non mi lasciasse scampo ma neanche in questo sono riuscito”.

E ancora: “Ho guidato moltissimo ma ogni volta che acceleravo poi o frenavo o sterzavo. Senza ottenere il risultato desiderato… Non ho portato avanti l’idea di buttarmi sotto un treno perché non volevo che voi foste responsabili di pagare danni o risarcire denari… Il metodo che mi sembrava essere il migliore era accoltellarmi in qualche modo”.

“Si leggono tanti suicidi così in giro… Invidio molto chi ha avuto il grande coraggio di farlo, a differenza mia. Sono stato la maggior parte delle ore degli ultimi giorni seduto in macchina puntandomi il coltello alla gola o al torace aspettando di riuscire a sferrare i colpi”, concludeva l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin.

filippo-turetta-lettera-genitori-omicidio-giulia-cecchettin Fonte foto: ANSA/FACEBOOK GIULIA CECCHETTIN FILIPPO TURETTA
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