Luigi Li Gotti attacca Giorgia Meloni dopo averla denunciata: l'indizio del Falcon "già pronto" per Almasri
Luigi Li Gotti ha criticato Giorgia Meloni in merito alla scarcerazione del comandante libico Almasri: "Come cittadino mi sono sentito ingannato"
“Come cittadino mi sono sentito ingannato. L’inerzia e il silenzio del ministro era programmata”. L’avvocato Luigi Li Gotti non ci sta e attacca Giorgia Meloni dopo il video pubblicato dalla presidente del Consiglio sui propri canali social. Il legale, responsabile della denuncia presentata in procura a Roma da cui è nato il procedimento che vede indagata la premier in merito al caso Almasri, ha spiegato di ritenere “gravissimo che venisse scarcerato” un individuo “che secondo l’accusa è un boia”.
- Giorgia Meloni indagata per il caso Almasri
- La replica di Luigi Li Gotti
- Chi è Luigi Li Gotti: dalla politica alla difesa di Buscetta
Giorgia Meloni indagata per il caso Almasri
Come riportato dalla stessa leader di Fratelli d’Italia in un video postato sui suoi canali social ufficiali, Meloni risulta indagata per peculato e favoreggiamento, reati avrebbe commesso nell’ambito del caso legato al comandante libico Osama Njeem Almasri (il generale a capo della polizia giudiziaria libica, accusata dalla Corte penale internazionale di crimini contro l’umanità).
Nel filmato, la presidente del Consiglio ha spiegato che l’avviso di garanzia sarebbe partito dal “Procuratore della Repubblica Lo Voi” e che la stessa notifica è arrivata “anche ai ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano”.
“Penso che valga oggi quello che valeva ieri – ha detto la premier – non sono ricattabile e non mi faccio intimidire, è possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione”.
La replica di Luigi Li Gotti
“Come cittadino mi sono sentito ingannato – ha dichiarato Li Gotti, contattato da La Stampa per esprimersi in merito alla vicenda -. L’inerzia e il silenzio del ministro era programmata. E lo dimostra il Falcon (il jet con cui Almasri è stato riportato in Libia, ndr) dei servizi già pronto prima che si decidesse la scarcerazione”.
“Non mi andava di essere preso in giro – ha invece spiegato al Tg1 –, ritenevo un fatto gravissimo che venisse scarcerato uno che secondo l’accusa è un boia”.
![Luigi Li Gotti](https://wips.plug.it/cips/notizie.virgilio.it/cms/2025/01/meloni-luigi-li-gotti.jpg)
Non finisce qui. Secondo l’avvocato, potrebbe aggiungersi anche il reato di omissione di atti d’ufficio: “Di fronte a un mandato d’arresto della Cpi (Corte penale internazionale, ndr) non si può rimanere inerti – aggiunge – e in questo caso, oltre all’inerzia, è stato posto anche il silenzio“.
E ancora: “Io ho fatto una denuncia ipotizzando dei reati e ora come atto dovuto, non è certo un fatto anomalo, la Procura di Roma ha iscritto nel registro la premier e i ministri. Ora la Procura dovrà fare le sue valutazioni e decidere come proseguire, se individuare altre fattispecie o inviare tutto al tribunale dei Ministri. Io mi sono limitato a presentare una denuncia”, ha concluso il legale.
Chi è Luigi Li Gotti: dalla politica alla difesa di Buscetta
Li Gotti, nato in provincia di Crotone nel 1947, è stato sottosegretario alla Giustizia con delega agli affari penali, al personale e all’organizzazione giudiziaria dal 2006 al 2008, durante il governo Prodi.
L’inizio della sua carriera risale però agli anni Settanta, con la militanza nel Msi. Dopo essere passato ad Alleanza nazionale, in seguito a una lunga militanza a destra, nel 2002 si unisce al Italia dei Valori, partito fondato da Antonio Di Pietro, con cui viene eletto senatore alle elezioni politiche del 2008.
Li Gotti ha seguito molti processi di mafia ed è noto per aver difeso diversi pentiti, tra i quali Tommaso Buscetta, Giovanni Brusca, Gaspare Mutolo e Totuccio Contorno.
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