Lucia Azzolina: la sua verità sullo scandalo della tesi plagiata
La ministra del Miur ha spiegato in un video pubblicato sui social la sua versione del caso della relazione copiata
La nuova ministra della Scuola Lucia Azzolina ha pubblicato un video su Facebook in cui spiega la sua verità sullo scandalo della tesi, ovvero sul presunto plagio della relazione finale del tirocinio Ssis.
“Faccio questo video perché voglio rispondere a tutte le bugie che sono state raccontate in questi giorni sulla mia cosiddetta tesina. E ve lo dico subito: parlare di plagio è semplicemente ridicolo“, ha esordito Lucia Azzolina.
“Chi ha voluto tirare fuori questa storia ha preso un granchio colossale. Mi dispiace solo perché ho visto una forma di vero accanimento nei miei confronti. A danno della mia immagine”, ha sottolineato la ministra dell’Istruzione nel video.
“Come sapete a tirare fuori questa storia è stato un professore universitario, lo stesso che mi ha giudicato al concorso da dirigente scolastico e che, poche ore dopo il mio esame orale, ha pensato bene di pubblicare sulla sua pagina Facebook il mio risultato e quello degli altri candidati. Credo in palese violazione della deontologia professionale“, ha spiegato Lucia Azzolina.
“Non contento, ha raccontato sulla stampa l’esito di quell’esame, riportando una serie di falsità. Per esempio ha detto che io non avevo risposto, lo cito, a ‘nessuna delle domande d’informatica, al punto da strameritarsi uno zero’. Faccio presente che la domanda era una e soltanto una. Non mi pare un’imprecisione da poco”, ha dichiarato la ministra.
“Ridicolizzando il mio orale, mi ha buttato in pasto agli odiatori di Matteo Salvini su Facebook. Sono stata ricoperta di frasi sessiste“. Il professore, ha aggiunto Lucia Azzolina, ha “lasciato intendere che io avessi copiato il 50% della mia cosiddetta tesina. E mi ha quindi accusata di plagio, e il plagio è un reato“.
Ma “quella non è una tesi di laurea, non è una tesi di dottorato, non è un’abilitazione, ma non è neanche una tesina. È una relazione conclusiva del tirocinio fatto durante il corso. Chi ha fatto la Ssis sa di cosa parlo. È il resoconto del lavoro fatto durante il tirocinio dentro una classe”, ha spiegato il capo del Miur.
“Io ho seguito una ragazzina che aveva 17 anni e soffriva di ritardo mentale lieve. Un’esperienza che ti cambia la vita. In meglio, ovviamente. E che ti insegna tantissimo. Questo era il focus del mio lavoro”, ha raccontato Lucia Azzolina, che ha pronunciato il giuramento pochi giorni fa.
Ricordando che sono passati 10 anni, la ministra ha spiegato: “Io stessa, per dovere di trasparenza, ho voluto ricontrollare tutto. La relazione è strutturata così: c’è una prima parte di introduzione e poi 3/4 del lavoro sono sul tirocinio. Ad essere valutata non è la relazione in sé, ma l’orale, che parte da quel lavoro”.
“Chi mi accusa ha segnalato quattro frasi, che sarebbero la prova di un reato di plagio, tutte contenute nelle prime pagine introduttive. Ebbene, le parti ‘incriminate’ sono semplicemente definizioni. Prese da manuali diagnostici che sono i testi di riferimento assoluto, in pratica le bibbie del settore“, ha sottolineato la ministra della Scuola.
“Questo per dire che sono testi noti e arcinoti nell’ambiente. È praticamente impossibile insomma voler far passare queste porzioni di testo per una presunta idea originale rubata a qualcun altro. Uso un’immagine volutamente eccessiva, ma che credo spieghi bene. È come se io domani scrivessi in un testo che la Terra gira intorno al Sole, senza citare Galileo Galilei”, ha continuato nel suo video.
Tra le altre osservazioni Lucia Azzolina ha ricordato che un quotidiano “ha fatto un test con un software che viene usato in ambito accademico proprio per verificare se i lavori contengono delle copiature. Il risultato è che nella mia relazione, semplicemente, non c’è alcun plagio. E l’hanno analizzata tutta, non le prime tre pagine”.
“Per me questo è un capitolo chiuso, non porto rancore né con chi ha sollevato il caso, né con chi lo ha superficialmente rilanciato. Una cosa, però, non tollero: a causa di queste bugie sono stata definita un cattivo esempio per i ragazzi. È grave e scorretto”, ha specificato la ministra dell’Istruzione.
“Questo è l’aspetto che più mi ha addolorato. Perché sono un’insegnante e nulla è più prezioso per me degli studenti. Molti dei miei ex alunni mi scrivono quotidianamente. Non accetto di essere additata come un cattivo esempio. O, peggio, una bugiarda. Ho deciso di dedicare la mia vita alla scuola. Continuerò a farlo e mi auguro che ora tutti abbiano capito come stanno le cose. Adesso giudicatemi per il mio lavoro. Solo per quello”, ha concluso Lucia Azzolina.