Luana D'Orazio, nuova svolta sul caso: indizi da una ragnatela
La foto di una ragnatela potrebbe essere un indizio chiave per scoprire le cause della morte di Luana D'Orazio
Nuove rivelazioni sul caso di Luana D’Orazio, la 22enne morta mentre lavorava in una fabbrica tessile di Montemurlo (Prato), risucchiata da un orditoio. Agli atti dell’inchiesta c’è una fotografia che potrebbe rappresentare un indizio chiave per scoprire le cause che hanno portato alla sua morte.
Luana D’Orazio, la foto di una ragnatela segna una nuova svolta
Agli atti dell’inchiesta c’è una fotografia che mostra una ragnatela e potrebbe essere determinante per ricostruire la dinamica dell’incidente. La grossa tela di un ragno, come rivela il Corriere Fiorentino, è stata ritrovata su una colonna laterale del macchinario dove scorre la barriera di protezione, quella che avrebbe dovuto impedire a Luana di avvicinarsi quando la macchina era in funzione.
La ragnatela potrebbe indicare che la persiana di sicurezza era sollevata da molto tempo e, così, avrebbe smesso di fare il suo lavoro cioè di sollevarsi quando la macchina era ferma e abbassarsi quando era in movimento per proteggere gli operai.
Il nuovo sospetto sulla morte di Luana D’Orazio
Con la foto della ragnatela, il nuovo sospetto della Procura è che il meccanismo di sicurezza dell’orditoio possa essere stato manomesso per semplificare le procedure. La verità sarà rivelata soltanto dalla consulenza che la Procura ha affidato nei giorni scorsi a stabilire eventualmente da quanto tempo i dispositivi di protezione fossero stati disattivati.
Sotto sequestro, subito dopo l’incidente, è finito anche un secondo macchinario dell’azienda che si chiama proprio come la vittima: “Orditura Luana”. Proprio dall’analisi di questo macchinario sarebbe emersa una alterazione già a un primo esame. Il macchinario, infatti, avrebbe funzionato anche con la gabbia di sicurezza alzata. La stessa ipotesi è stata avanzata anche per il dispositivo che risucchiò la giovane operaia, ma a cui potrà dare conferma solo il consulente della Procura.
Bisognerà aspettare ancora per scoprire la verità: l’orditoio, per funzionare, dovrà essere nuovamente assemblato, dato che i vigili del fuoco lo avevano smontato per estrarre il corpo della donna.