L'ospedale di Bergamo chiede aiuto: "Servono medici e infermieri"
È l'appello di Stefano Fagiuoli, direttore del Dipartimento di Medicina del Papa Giovanni XXIII
Con un video messaggio pubblicato su Facebook Stefano Fagiuoli, direttore del Dipartimento di Medicina dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, lancia l’appello e chiede aiuto a tutto il mondo. Nel video, titolato ‘Please, help us’, il dirigente medico parla in lingua inglese e illustra la situazione attuale: «Siamo in piena emergenza a causa del coronavirus. Il nostro personale, medici e infermieri sta lavorando giorno e notte, innumerevoli ore, per combattere questa incredibile situazione. Noi non sappiamo quanto a lungo questa pandemia durerà». Poi aggiunge: «Ho due messaggi, il primo è per la popolazione: Per favore restate a casa. Il secondo è per chiunque voglia aiutarci: Abbiamo un disperato bisogno di medici e infermieri, oltre che di apparecchi di ventilazione e dispositivi di protezione individuale». Infine il direttore del Dipartimento di Medicina spiega come fare per aiutare l’ospedale: «La ONG Cesvi ci sta aiutando con una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, quindi se potete aiutateci. E se siete personale sanitario siete più che benvenuti a unirvi a noi per combattere il coronavirus».
Il post in questione ha ricevuto molte condivisioni e diversi utenti hanno colto l’occasione per esprimere la propria opinione: «Nonostante quello che è successo in Cina, lo stato italiano come al solito ha dimostrato di essere completamente impreparato nonostante si poteva prevedere che prima o poi sarebbe arrivata anche qui da noi. Ancora una volta siamo qui a chiedere aiuto ma le colpe sono quasi tutte nostre», «Tutte le scelte sbagliate fatte da questo Paese si stanno ritorcendo contro. Numero chiuso alle professioni sanitarie, adesso servono medici e infermieri. Abolita la leva obbligatoria, non abbiamo un esercito. Per non parlare di tutte le mosse sbagliate del governo», «Il personale ospedaliero deve lavorare in sicurezza! Ad oggi, il governo e le regioni non riescono a tutelarli. Già troppi infettati e non solo»