Lorenzo Tosa condannato per diffamazione dopo la petizione contro Mario Vattani, il giornalista sbotta
Lorenzo Tosa è stato condannato per diffamazione nei confronti di Mario Vattani: la reazione del giornalista dopo la sentenza
Il giornalista Lorenzo Tosa è stato condannato a pagare 15.000 euro, oltre alle spese processuali, a seguito della querela per diffamazione presentata dall’ambasciatore Mario Vattani. Dopo la sentenza Tosa sui social parla di “un’abnormità a cui credevo e speravo di non assistere”, mentre Vattani si dice soddisfatto.
- Lorenzo Tosa condannato per diffamazione nei confronti di Mario Vattani
- Il commento di Vattani dopo la sentenza
- La reazione di Lorenzo Tosa
Lorenzo Tosa condannato per diffamazione nei confronti di Mario Vattani
Nella giornata di ieri, martedì 29 ottobre, il Tribunale di Genova ha condannato il giornalista Lorenzo Tosa, direttore di Next quotidiano, per diffamazione nei confronti di Mario Vattani, attuale Commissario per l’Italia a Expo 2025.
Tosa era stato querelato da Vattani per dei fatti risalenti al 2021, quando il diplomatico era stato designato ambasciatore d’Italia a Singapore.
Mario Vattani sul palco di un concerto di Casapound nel 2012
Il giornalista aveva promosso una petizione online per chiedere al presidente della Repubblica di revocarne la nomina, facendo riferimento a un episodio di violenza a cui Vattani è stato accusato di aver preso parte.
Vattani è stato processato e poi assolto dall’accusa di aver partecipato al pestaggio di due giovani militanti di sinistra nel 1989 a Roma.
La sentenza conferma il provvedimento emesso nel 2021 dal Tribunale di Genova che aveva ordinato a Tosa di rimuovere la petizione, affermando come il testo costituisse “un chiaro esempio di travisamento e manipolazione di uno specifico fatto storico”, con il quale è stata volontariamente realizzata “una distorsione rispetto all’intento informativo dell’opinione pubblica”.
Il commento di Vattani dopo la sentenza
“Non nascondo la mia soddisfazione” per la sentenza che “segna in maniera netta il confine tra ciò che è diritto di critica, e ciò che invece è una deliberata aggressione alla reputazione di un individuo”, ha detto all’Adnkronos Mario Vattani commentando la sentenza.
“Sono provvedimenti importanti – ha aggiunto – che hanno rafforzato in me la convinzione che non bisogna mai rinunciare a far valere le proprie ragioni in sede legale di fronte a questi linciaggi mediatici”.
Di Mario Vattani si era parlato anche nel 2012 quando l’allora console a Osaka venne richiamato a Roma e sospeso per quattro mesi per aver suonato con il suo gruppo rock a un evento di Casapound, ricambiando il saluto romano del pubblico.
La reazione di Lorenzo Tosa
Lorenzo Tosa ha affidato a un lungo post su Facebook la sua reazione alla sentenza di condanna per diffamazione, che definisce “un’anomalia assoluta e abnorme”.
“Sono stato zitto per tre anni. Ho aspettato in silenzio perché ho sempre creduto – e continuo a credere – nella giustizia”, ha scritto il giornalista. “Ma quello che è successo oggi davvero è per me un’abnormità a cui credevo e speravo di non assistere”.
Il giornalista è stato condannato, ha scritto, “per aver osato portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’incarico di ambasciatore di un fascista conclamato e mai pentito con una petizione che ha raccolto 150.000 firme”.
Una petizione, ha ricordato, in cui ha riportato una serie di fatti che sono stati anche denunciati dall’Anpi e portati all’attenzione del Parlamento dai partiti di opposizione. Fatti che “sono nero su bianco su decine e decine di articoli di giornale”.
“Non posso accettare di vivere – ha aggiunto – in un Paese in cui si cancella con un colpo di spugna l’articolo 21 e la libertà di critica costituzionalmente garantita”.
E ancora: “Siamo tutti sotto attacco. In gioco qui non c’è il torto o la ragione di un singolo giornalista (che spetterà alla magistratura valutare) ma un intero Paese in balia e in ostaggio di un esperimento su vasta scala di regime fascista”.