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Lo chef Mariano Scognamiglio rischia di chiudere il ristorante ad Arezzo: "Nessuno viene perché sono gay"

Lo chef punta il dito contro gli aretini e accusa episodi omofobi dopo la partecipazione a "Quattro ristoranti"

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Dalla partecipazione a “Quattro ristoranti” di Alessandro Borghese al possibile baratro con la chiusura della sua attività. Mariano Scognamiglio, chef 54enne di origine napoletana, ha lanciato l’allarme per la sua attività “Da Mariano” ad Arezzo, con un’accusa pesante: “Nessuno viene al mio locale perché sono gay“.

Scognamiglio e l’accusa ad Arezzo

Intervistato dal Corriere della Sera, Mariano Scognamiglio è un fiume in piena nel raccontare quanto sta succedendo alla sua attività. “Da Mariano”, noto locale nella centralissima via Vittorio Veneto ad Arezzo, è infatti in crisi da qualche mese, con sempre meno clienti e i debiti che avrebbero messo in seria difficoltà il gestore.

Tra Covid e crisi economica, infatti, l’attività ha risentito pesantemente delle perdite d’incasso che però, secondo Scognamiglio, non sarebbero casuali. Gli ultimi anni, infatti, non sono stati segnati solo da questo, ma anche dal coming out fatto nel corso della trasmissione “Quattro ristoranti”.

Dalla partecipazione al programma tv, condotto da Alessandro Borghese, l’attività è andata sempre più in crisi, verso il baratro di una possibile chiusura. Ed ecco che al Corriere Scognamiglio ha puntato il dito contro gli aretini: “Non vengono nel mio locale perché sono gay. Il buco di affari che mi ha messo in crisi viene principalmente da vicino, dagli aretini, da quanti sanno che sono gay, che io e il compagno col quale lavoriamo a quattro mani, Gianfranco, siamo una coppia”.

La partecipazione a “Quattro ristoranti” e la crisi

Ma cosa ha lasciato pensare tutto ciò a Scognamiglio? Raccontandosi al Corriere, lo chef ha sottolineato che i guai sono cominciati proprio dopo la partecipazione al programma televisivo nel quale ha fatto coming out.

La trasmissione venne registrata alla vigilia di Natale 2019 e mandata in onda nel marzo successivo e nel corso della puntata è stato svelato l’orientamento sessuale dei gestori del ristorante. “Insieme al mio compagno avevamo chiuso con una stretta di mano. Ci dissero: ma come, siete stati così espliciti nel raccontare del vostro orientamento sessuale e ora vi fermate qui? Allora ci siamo dati un bacio” ha raccontato Mariano.

Da lì, però, una serie di episodi- anche a sfondo omofobo- che hanno portato alla rovina del locale. A chi gli chiede se si sia pentito della partecipazione al programma e di quel bacio, Scognamiglio risponde: “Dal punto di vista economico un po’ sì. Da quello personale no. Era giusto fare così, siamo quello che siamo e nessuno deve farmi pesare addosso il pregiudizio per questo”.

Gli episodi omofobi subiti

Nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano, però, emerge anche un quadro di discriminazioni da non sottovalutare. Scognamiglio, infatti, ha raccontato di essere stato vittima di insulti ed episodi spiacevoli dalla messa in onda della puntata.

Lo chef di origini napoletane, infatti, ha raccontato di aver subito chiamate da stalker, insulti da persone che passavano per il locale oltre ai tanti subiti sui social. Un giovane è anche trascinato in tribunale, scoperto dopo diverse chiamate offensive.

La raccolta fondi e il piano B

Intanto, sommerso dai debiti per la gestione del locale, Scognamiglio ha deciso di lanciare una raccolta di fondi per tenere ancora aperto il ristorante.

E se le cose non dovessero andare bene, lo chef ha un piano di riserva. Laureato in informatica, il 54enne ha infatti deciso di insegnare e di aprire il locale solo nel weekend per arginare ulteriori perdite.

scognamiglio Fonte foto: 123RF - Instagram Mariano Scognamiglio Gianfranco Tassone
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