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Lino Jannuzzi morto a 96 anni: la carriera del giornalista e politico dall'inchiesta sul Sifar a Forza Italia

Il nome di Lino Jannuzzi è legato allo "scoop" sul Sifar e il Piano Solo, che gli costò una condanna insieme a Scalfari. La carriera e le controversie

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Lino Jannuzzi, giornalista e politico, è morto a 96 anni per le conseguenze di una polmonite. Celebre per le sue posizioni controverse e le numerose battaglie politiche condotte in carriera, salì alla ribalta firmando con Eugenio Scalfari l’inchiesta sul Sifar che svelò il piano Solo ideato dall’allora comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Giovanni de Lorenzo, considerato un progetto di colpo di Stato. Eletto senatore con il Psi nel 1968, Jannuzzi collaborò con varie testate, dirigendone diverse, per poi ritornare in politica con Forza Italia nel 2001, dopo una condanna per diffamazione seguita dalla grazia concessa dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2005.

Addio a Lino Jannuzzi, il giornalista e politico è morto a 96 anni

Lino Jannuzzi era nato a Grottolella, in provincia di Avellino, nel 1928. I primi passi nel giornalismo li mosse scrivendo per il settimanale L’Espresso.

Proprio su quelle pagine, insieme a Eugenio Scalfari, condusse l’inchiesta sul Sifar, il Servizio informazioni delle forze armate, che rivelò il possibile tentativo di colpo di Stato noto come piano Solo.

Lino Jannuzzi è morto a 96 anniFonte foto: ANSA

Lino Jannuzzi firmò con Eugenio Scalfari lo storico “scoop” sul Piano Solo

La condanna e il Senato

Lo scoop costò ai due giornalisti la condanna dopo la querela del generale Giovanni De Lorenzo, anche se entrambi riuscirono a evitare la prigione grazie all’immunità parlamentare concessa dal Partito Socialista Italiano, che li candidò in Parlamento. Jannuzzi venne eletto quindi senatore nel 1968.

Durante la sua carriera, lavorò per Tempo Illustrato, diresse Radio Radicale, Il Giornale di Napoli e l’agenzia “Il Velino”. Negli ultimi anni, collaborò con Panorama e Il Giornale, apponendo la sua fra le firme più autorevoli del giornalismo italiano.

Lino Jannuzzi, gli attacchi e le controversie

Sul finire degli anni Novanta Jannuzzi si trovò sotto indagine per alcuni articoli pubblicati sul Giornale di Napoli, in cui aveva criticato aspramente la magistratura napoletana in relazione al caso Tortora.

Nel 2001 accettò la candidatura al Senato con Forza Italia, tuttavia, nel 2002 fu condannato definitivamente a due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione per diffamazione a mezzo stampa.

L’esecuzione della pena venne sospesa per due anni, ma successivamente fu obbligato agli arresti domiciliari. Nel 2005, l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi intervenne concedendogli la grazia. Nel 2006, Jannuzzi tornò nuovamente in Senato.

Le critiche a Giovanni Falcone

Alla sua scomparsa sono in molti a ricordare, soprattutto sui social, le parole dure che Lino Jannuzzi dedicò a Giovanni Falcone su Il Giornale di Napoli.

Falcone venne accusato dal giornalista, in coabitazione con Gianni De Gennaro di essere tra i “maggiori responsabili della debacle dello Stato di fronte alla mafia… una coppia la cui strategia, passati i primi momenti di ubriacatura per il pentitismo e i maxi-processi, ha approdato al più completo fallimento“.

“Da oggi, o da domani, dovremo guardarci da due Cosa Nostra, quella che ha la Cupola a Palermo e quella che sta per insediarsi a Roma. E sarà prudente tenere a portata di mano il passaporto” scriveva Jannuzzi, un’aspra critica riferita al passaggio di Falcone al ministero della Giustizia.

lino jannuzzi morto Fonte foto: ANSA
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