Liliana Segre, ancora insulti e minacce di morte dai no vax. La senatrice non ci sta: "Adesso denuncio"
Liliana Segre ha rivelato di aver ricevuto altre minacce di morte dai no vax e ha spiegato perché ora intende passare all'azione con le denunce
Ancora insulti e minacce di morte da parte dei no vax. Per l’ennesima volta si è superato il limite e per questo motivo la senatrice a vita Liliana Segre ha deciso di non tacere più e di passare all’azione, annunciando di voler denunciare gli autori dei messaggi.
Liliana Segre, insulti e minacce dai no vax
Ospite al forum nazionale delle donne ebree d’Italia organizzato dall’associazione Adei Wizo a Milano, Liliana Segre ha rivelato di aver ricevuto altri insulti e minacce sui social da no vax e no Green pass.
“La vita – ha affermato Segre – mi ha insegnato a essere libera e senza paura, nonostante io sia la più vecchia d’Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una no vax”.
La senatrice a vita: “Adesso denuncio”
“Non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona“, ha annunciato nel corso dell’incontro.
“Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso denuncio. Poi è anche di cattivo augurarmi la morte a 92 anni”, ha aggiunto la senatrice a vita.
Olocausto e storia, Segre “pessimista”
Liliana Segre ha parlato anche dell’Olocausto e del timore che le nuove generazioni possano dimenticare l’abisso in cui era caduto l’uomo: “Il mio pensiero è profondamente pessimista, penso che sarà come con la tragedia degli Armeni che ci sarà sui libri di storia prima una riga e poi non ci sarà più neanche quella”.
A riguardo la senatrice ha rivelato di aver recentemente chiesto ad un ministro dell’attuale governo quanti sono gli ebrei in Italia. “Questo non ci ha pensato tanto e mi ha detto ‘un milione'”, ha raccontato. “Quando gli ho detto che sono meno, lui ha incalzato 700mila, e io no, quando gli ho detto il numero esatto (35 mila) questo è stato molto imbarazzato e stupito”.
Segre ha aggiunto di aver riscontrato la stessa mancanza di conoscenza anche tra professori universitari.