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Leonardo Donno choc dopo la rissa alla Camera: "Volevano pestarmi e ammazzarmi di botte? Soggetti pericolosi"

Leonardo Donno punta il dito contro Meloni e Salvini dopo la rissa alla Camera e accusa i deputati per l'aggressione subita

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Non si placa la polemica dopo la rissa scoppiata mercoledì 12 giugno alla Camera, col deputato Leonardo Donno raggiunto da diversi colpi dopo aver manifestato contro il ministro Calderoli. Intervenuto in diretta tv su Rete4 a Dritto e Rovescio, Donno è tornato sull’episodio puntando il dito contro i colleghi che lo hanno aggredito e muovendo contro di loro pesanti accuse.

Donno e la rissa alla Camera

Ospite di Dritto e Rovescio, trasmissione condotta da Paolo Del Debbio, il deputato M5s Leonardo Donno ha ricostruito i momenti della rissa scoppiata alla Camera.

Più che rissa, però, il pentastellato vuole definirla "un’aggressione, un pestaggio" perché "in una rissa ci sono più persone che si picchiano tra loro".

"Le immagini parlano chiaro, da parte mia c’è stata una protesta pacifica e non violenta. Mi sono recato verso il ministro Calderoli per consegnargli il tricolore e a un metro di distanza sono stato avvicinato dai commessi. Diversi colleghi di Fratelli d’Italia e Lega hanno provato e sono riusciti a colpirmi" le parole di Donno.

L’accusa ai colleghi deputati

E Donno, parlando dell’aggressione subita, ha sottolineato di aver visto arrivare "una serie di calci e pugni da parte di questi colleghi che fortunatamente non mi hanno raggiunto". Tra questi anche quelli del collega Igor Iezzi, che lo ha solo sfiorato.

Ma qualcuno effettivamente l’ha colpito, tanto che Donno ha subito un colpo "in pieno sterno da parte di un altro deputato di FdI" che lo ha fatto cadere a terra.

"È stata come una pugnalata, non riuscivo più a respirare. Quando ero a terra ho preso altri calci" ha raccontato.

Le parole choc di Donno

Il deputato, parlando a ruota libera durante la trasmissione, ha quindi puntato il dito contro chi lo ha aggredito e colpito.

"Che cosa volevano fare?" si è chiesto, aggiungendo particolari sconvolgenti: "Dove voleva arrivare Iezzi se non ci fossero stati i commessi a difendermi? Volevano ammazzarmi di botte, pestarmi a sangue all’interno della Camera dei deputati?".

Donno ha anche raccontato di non aver chiuso occhio la scorsa notte.

Le parole contro Meloni e Salvini

E nel suo sfogo dopo l’aggressione subita, l’onorevole Donno non ha fatto sconti alla premier Giorgia Meloni e al vicepremier nonché ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, entrambi indirettamente coinvolti.

I due, infatti, sono i rispettivi leader di partito dei deputati che hanno aggredito il pentastellato. A loro, durante la trasmissione Dritto e Rovescio, è stato mandato un chiaro messaggio: "Credo che la cosa più vergognosa al momento sia al momento che non è stata fatta una dichiarazione dalla premier Meloni e dal ministro Salvini. Non hanno fatto dichiarazioni di solidarietà nei miei confronti, ma poco importa".

"La cosa più importante era prendere le distanze da questi violenti, rappresentanti dei loro partiti che sono soggetti pericolosi. La violenza va condannata, senza se e senza ma. Questi soggetti non meritano di essere in Parlamento e offendono i cittadini italiani, non sono degni di rappresentarli in Parlamento" le parole di Donno.

meloni-donno-salvini Fonte foto: ANSA
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