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Lele Mora e la vita in carcere dopo l'arresto: "Riina girava senza guardie, Olindo Romano mio vicino di cella"

Lele Mora si racconta ai microfoni del podcast "One More Time", soffermandosi sui momenti salienti della sua vita e carriera: dall'amicizia con Berlusconi al tentato suicidio in carcere

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Le origini contadine, l’ascesa nel mondo dello spettacolo, gli incontri con personaggi di spicco, fino alle difficoltà affrontate durante il periodo in carcere: Lele Mora ripercorre i momenti significativi della sua esistenza. A raccogliere il suo vissuto c’è Luca Casadei, che ha ospitato l’ex manager delle celebrità nell’ultima puntata del podcast One More Time.

Lele Mora, dalle origini al successo

Lele Mora inizia il suo racconto parlando delle sue umili origini. Nato in una famiglia di contadini, il suo sogno di studiare si scontra sin da subito con le difficoltà economiche.

“Mio papà chiese a un frate di aiutarci – racconta – ho fatto cinque, sei anni in convento“. Ma poi capisce che quella vita non fa per lui e si iscrive a una scuola alberghiera.

Lele MoraFonte foto: OnePodcast

Lele Mora (a sinistra) durante la puntata di “One More Time” condotta da Luca Casadei (a destra)

Terminati gli studi trova lavoro a Venezia: “Qui ho incontrato tanti artisti che andavano al Festival del Cinema di Venezia e ho capito che quel mondo, poteva essere il mio mondo perché lo sentivo mio”.

Incontra Giampiero Malena, manager di Pippo Baudo, che lo introduce a Mediaset, dove inizia a lavorare a “Scherzi a Parte” grazie all’incarico affidatogli da Fatma Ruffini.

Gli incontri con i personaggi famosi

Nel raccontare la sua carriera, Lele Mora si sofferma sui tanti incontri con personaggi famosi: da Giannina Facio, moglie di Ridley Scott a Stallone, passando per Maradona e Pelè.

Grazie a questi contatti, Mora ha conosciuto artisti come Bono degli U2, Ricky Martin, e figure di spicco come Lady Diana e il Dalai Lama. La sua collaborazione con Luciano Pavarotti per il Pavarotti & Friends gli ha permesso di ampliare ancora di più la sua cerchia di conoscenze.

L’amicizia con Berlusconi

E poi c’è stata la sua amicizia con Silvio Berlusconi, iniziata negli anni ’80 e diventata “molto vera  e sincera”.

Ci sentivamo cinque, sei volte al giorno – ricorda – Ero molto lusingato di aver incontrato e di avere a che fare con uomo come lui”.

“Nel periodo in cui lo frequentavo, c’era tanta gente che mi chiedeva di venire ad Arcore a cenare con lui o a conoscerlo – sottolinea Mora – però io non mi sono mai permesso di invitare nessuno perché la volevo tenere per me questa grande amicizia”.

Il periodo in carcere e il tentato suicidio

Mora affronta anche i momenti difficili legati al suo arresto per bancarotta fraudolenta nel 2013. “Ero seduto alla mia scrivania quel giorno e ho visto nel sottopancia delle televisioni: ‘Arrestato Lele Mora’ – rivela a Luca Casadei – Dopo circa tre ore è suonato il campanello. La Guardia di Finanza è entrata in ufficio con un mandato di arresto. Poi mi hanno accompagnato nel carcere di Opera e lì ho fatto dentro 407 giorni”.

“Vedevo girare per il carcere Riina senza guardie e io, invece, ero seguito da otto di loro – prosegue – Un mio vicino di cella era Olindo di Erba“.

Sul tentato suicidio in carcere: “Queste cose non si devono mai fare. Era la Vigilia di Natale, erano venuti i miei figli e vederli andare via dalla finestra mi ha fatto sentir morire. Sono tornato in cella, non ho più pensato a niente”.

Mora descrive il gesto estremo: “Vicino al mio letto, c’era una lampada tutta incerottata, ho staccato tutto lo scotch, mi sono messo un asciugamano in bocca e mi sono incerottato”. Ma una guardia del penitenziario l’ha soccorso prima che fosse troppo tardi. 

lele-mora-carcere-arresto-riina-olindo-romano-cella Fonte foto: OnePodcast
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