Legionella, sequestrati due padiglioni del policlinico di Bari
Due padiglioni del policlinico di Bari sono stati sequestrati perché infettati dalla legionella. Cinque dirigenti sono indagati
Due padiglioni del policlinico di Bari sono stati sequestrati dai carabinieri del Nas perché “infetti da batteri di legionelle”: lo riporta l’Ansa, che sottolinea che il decreto di sequestro preventivo è stato disposto a margine di un’indagine sulla morte di quattro pazienti infettati dal batterio, tra il 2018 e il 2020.
Legionella al policlinico di Bari, cinque indagati
Risultano indagati cinque dirigenti del policlinico, per i reati di omissione di atti d’ufficio e morte come conseguenza di altro delitto. Tra loro c’è il direttore generale, il direttore sanitario, il direttore amministrativo, il responsabile della Sanità pubblica dipartimentale e il direttore Area tecnica.
La decisione del giudice stabilisce che “tutti i reparti in funzione in ambedue le strutture in sequestro possano essere utilizzati da tutti gli utenti, personale e degenti, in modo da garantire il normale svolgimento dell’attività sanitaria sinora in corso al loro interno”. Tuttavia, la facoltà d’uso potrebbe “essere revocata nel momento in cui ci si renda conto che l’infezione di legionella in tali ambienti è così grave e diffusa da dover implicare la chiusura inevitabile”.
Legionella a Bari, omessa bonifica dopo il primo caso
Secondo quanto apprende l’Ansa, non era stata disposta la bonifica dopo il primo decesso da legionellosi il 10 giugno 2018. Eppure la presenza del batterio era già stata accertata “nell’acqua prelevata dai rubinetti del reparto di Medicina interna Frugoni”.
Sempre secondo quanto emerge dall’indagine, gli indagati avrebbero “omesso di redigere e attuare, nell’ambito delle procedure per la prevenzione e controllo della legionellosi deliberate nel maggio 2019, l’analisi del rischio, il piano di sicurezza delle acque e il registro delle manutenzioni”, atti ritenuti “urgenti per ragioni di igiene e sanità pubblica”.
Stando a quanto sostenuto dalla procura di Bari, sarebbe stata questa omissione a causare i successivi decessi di altri tre pazienti, il 6 maggio 2019, il 26 novembre 2019 e il 7 agosto 2020. Sono state depositate agli atti le denunce dei familiari delle vittime, oltre che l’esito degli accertamenti dei carabinieri del Nas e delle indagini batteriologiche eseguite dall’Arpa Puglia.