Lega e FdI contro il direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco: perché la destra lo vuole cacciare
Il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, attaccato da Lega e Fratelli d'Italia: chi vuole cacciarlo e perché
Tre giorni di fuoco. Da martedì 19 settembre il telefono del direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, è rovente. Lega e Fratelli d’Italia, nelle persone del vicesegretario Andrea Crippa (quindi il numero 2 di Matteo Salvini) e dell’assessore al Welfare della Regione Piemonte Maurizio Marrone, gli sono andati addosso. Vorrebbero un cambio alla direzione. Dalla parte di Greco si sono schierati il Consiglio di amministrazione e il Comitato scientifico del Museo, oltre alle istituzioni locali e a diversi esponenti politici di livello nazionale (come Carlo Calenda di Azione ed Elly Schlein del Pd). Ma non solo. Anche 92 studiosi hanno inviato una lettera aperta per supportarlo. Giù nel 2018, Marrone aveva attaccato Greco criticando l’iniziativa del biglietto gratis alle coppie arabe, avversata anche da Giorgia Meloni. Ecco cosa sta succedendo e chi ha il potere reale di decidere a chi affidare la direzione del Museo.
- L'antefatto: il biglietto gratis alle coppie arabe
- Maurizio Marrone cinque anni dopo
- L'attacco di Andrea Crippa
- Il silenzio di Sangiuliano
- La difesa di Vittorio Sgarbi
- Greco difeso da Fassino, Zingaretti e Calenda
- A chi spetta la nomina del direttore del Museo Egizio
- Il post del Museo Egizio
- Le parole di Christian Greco
L’antefatto: il biglietto gratis alle coppie arabe
Il 2017 è stato un anno difficile per i musei civici, ma non per il Museo Egizio di Torino: 850.465 visitatori, un record storico.
Un successo arrivato grazie a operazioni di marketing, come l’invito alle coppie arabe a fare un giro nei propri corridoi: due biglietti al prezzo di uno.
Giorgia Meloni durante la protesta davanti al Museo Egizio di Torino, 9 febbraio 2018
Un anno dopo, nel 2018, la promozione ritorna. E con lei le polemiche.
Alla guida del museo c’è sempre Christian Greco, attaccato da Fratelli d’Italia. La capofila delle barricate social è Giorgia Meloni, allora ben lontana dalla presidenza del Consiglio: “Promozione delirante (…). Ricordiamo che il Museo Egizio di Torino prende sovvenzioni pubbliche, è finanziato coi soldi degli italiani”. Immediata la replica: “Non è discriminazione, facciamo anche campagne in lingua inglese su media rivolte al mondo anglosassone e aperture a prezzi scontati in alcuni giorni per tutti. La donna velata è stata scelta perché più riconoscibile e simbolica”. E quanto ai soldi pubblici “non esiste problema perché il Museo si autofinanzia con i propri biglietti“.
Maurizio Marrone cinque anni dopo
A cinque anni di distanza da quell’attacco, l’assessore al Welfare Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte dichiara al Corriere della Sera, che no, lui Greco non lo riconfermerebbe: “Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel cda del Museo”.
Marrone esprime un’opinione personale, perché non ha alcuna delega che ne giustifichi l’intervento.
Chi ce l’ha è Vittoria Poggio, assessora alla Cultura in Piemonte della Lega, che però si schiera dalla parte di Greco.
Così come Chiara Appendino, deputata M5S ed ex sindaca di Torino, chiede l’intervento del ministro Gennaro Sangiuliano in un’interrogazione.
L’attacco di Andrea Crippa
Attacco ancora più pesante quello di Andrea Crippa, numero 2 di Matteo Salvini poiché vicesegretario della Lega.
In un’intervista concessa ad Affari Italiani, infatti, ha chiesto a Greco di fare “un gesto di dignità”, ossia dimettersi: “Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”.
Il motivo? Crippa ricorda la storia del biglietto omaggio “solo per i cittadini musulmani, io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Va cacciato subito, meglio quindi se fa un gesto di dignità e se ne va lui. Incredibile che dopo aver gestito il Museo in modo ideologico ora chieda di mantenere la poltrona al Governo di dentrodestra”.
E ancora: “La mia è una battaglia di libertà a difesa degli italiani e dei cristiani“.
Il silenzio di Sangiuliano
Il ministro della Cultura, però, non commenta e glissa: “Un grande autore francese diceva che i giornali sono vecchi al mattino, mentre Iliade e Odissea danno sempre spunti di interpretazione”. Questa la risposta alla domanda dei giornalisti, due giorni l’esplosione della polemica sul Museo.
La difesa di Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, dice invece di non negare “l’evidenza del lungo mandato di Greco (è in sella dal 2014, ndr), ma credo che non merita la critica severa di Maurizio Marrone, assessore di Fratelli d’Italia, al quale dev’essere comunque consentito, senza insultarlo, di esprimere un parere dissonante”.
Insomma, su Greco nemmeno un esperto d’arte come Sgarbi nutre dubbi “sulle qualità, l’impegno e i risultati di Cristian Greco, spirito libero, condizione senza la quale non si può dirigere efficacemente uno dei più grandi musei del mondo. Io personalmente e i dirigenti del Ministero ne abbiamo apprezzato l’opera che non può essere messa in discussione per un diverso parere rispetto a una scelta più antropologica che politica, sulla quale, quando era all’opposizione l’attuale presidente del Consiglio, si è mostrato discorde in tempi in cui così difficile è stabilire un rapporto culturale con i popoli i migranti ed extracomunitari. Ed è inevitabile correggere da una parte e dall’altra posizioni che non sono dogmatiche”.
Greco difeso da Fassino, Zingaretti e Calenda
“Christian Greco è uno dei principali egittologi a livello mondiale ed è stato nominato al termine di una selezione severissima gestita da una Commissione indipendente di esperti” ha detto Piero Fassino. “Cacciare Greco dimostrerebbe una inaccettabile concezione padronale delle istituzioni e assoluto disprezzo per le competenze”.
“Non riuscendo a esprimere un loro cultura, perché sono molto ignoranti, cercano semplicemente di eliminare chi ci sta, penso a Giovanna Melandri al Maxxi che ha fatto un lavoro straordinario, e ancora di più oggi, con un direttore che ha innovato profondamente”. Lo ha dichiarato a Otto e mezzo il leader di Azione, Carlo Calenda.
“Vincere le elezioni non significa essere proprietari dello Stato. L’aggressione a Christian Greco è una vergogna che colpisce l’autonomia della cultura e la libertà di pensiero” ha commentato il deputato del Pd Nicola Zingaretti.
A chi spetta la nomina del direttore del Museo Egizio
Ma chi decide chi debba dirigere il Museo Egizio?
La scelta non spetta al Governo o alla politica in generale, bensì alla presidente Fondazione del Museo delle Antichità egizie, Evelina Christillin, nominata dall’ex ministro Dario Franceschini.
Insomma, l’Esecutivo può decidere chi debba presiedere la Fondazione, ma poi è il consiglio di amministrazione della stessa a indire un concorso per un nuovo direttore o rominare quello in carica.
Tanto rumore per nulla secondo Sgarbi, che all’Ansa dichiara: “È inutile chiedere la sua cacciata. Greco non può essere cacciato e anzi potrebbe essere riconfermato“.
Il post del Museo Egizio
Lo staff del Museo Egizio esprime la propria la solidarietà al direttore Greco attraverso un post su Facebook: “Ringraziamo per il largo e affettuoso sostegno e per la stima che state manifestando al nostro direttore e al Museo. Il Museo Egizio tutto si esprime in totale sintonia con le dichiarazioni del direttore. Preghiamo di mantenere il suo medesimo tono urbano. E continuiamo a lavorare”.
Le parole di Christian Greco
Da parte sua, intervistato dal Corriere della Sera, Christian Greco sottolinea di non aver “assolutamente bisogno di poltrone. Possono anche mandarmi via dall’Egizio, se vogliono. Mi resterà comunque l’Egitto“.
Nato ad Arzignano vicino Vicenza il 15 aprile 1975, Greco è figlio di un architetto e di una negoziante di bigiotteria.
Dopo il liceo, l’università a Pavia. Con il terzo anno in Olanda, a Leiden, dove per pagarsi gli studi si era adattato non solo a fare le pulizie per una ditta che aveva in appalto i pavimenti e le aule dell’ateneo (“Studiavo fino alle 5, poi posavo i libri, mi cambiavo e passavo alla scopa e al mocio”), ma anche a lavorare alla portineria e al bar di un hotel Ibis: “Imparai, tra l’altro, una cosa che mi è stata utile nel mestiere che avrei scelto più avanti: l’importanza di accogliere le persone con la gentilezza e la professionalità indispensabili a chi offre un servizio”.